La Medicina Naturale alla portata di tutti
di Giacinto Bazzoli
Come ho conosciuto il libro “La medicina naturale alla portata di tutti”
Ho avuto la fortuna di trovare e leggere “La medicina naturale alla portata di tutti” nel 1981, grazie all’incontro con Luigi Costacurta.
Toccava problemi che mi affliggevano ed esponeva gli argomenti in maniera semplice, concisa e pungente. Fu una rivelazione, che cambiò radicalmente la mia vita. Sperimentai l’autogestione della salute attraverso una sana e corretta alimentazione e l’esercizio delle metodiche idrotermofangoterapiche che consentono l’eliminazione delle tossine accumulate nel sangue.
“La Medicina naturale alla portata di tutti” è diventata ormai un bestseller che si è diffuso con velocità in tutto il mondo appoggiandosi al passaparola di persone che hanno sperimentato su se stesse l’efficacia del naturoigienismo, che insegna a vivere in modo sano e in armonia con la natura. L’autore lo spiega nelle prime pagine: “Il mio sistema procura il miglioramento della salute, mediante un regime di vita diretto a ottenere buona digestione, normale respirazione ed attività funzionale della pelle del soggetto”
Chi è Manuel Lezaeta Acharan?
Manuel Lezaeta Acharan nacque il 17 giugno 1881 a Santiago del Cile. Studente di medicina, fu avvicinato da P. Taddeo, un frate cappuccino tedesco di formazione kneippiana il quale gli dimostrò che la sua salute, gravemente compromessa, poteva essere recuperata attraverso la pratica della medicina naturale.
Folgorato dai risultati ottenuti e sperimentati direttamente, e dato che i farmaci non gli procuravano alcun giovamento, si indirizzò completamente allo studio e alla pratica dell’igiene naturale.
Per nove anni stette a fianco di P. Taddeo facendo tesoro di quanto poteva apprendere; nel frattempo si iscrisse alla facoltà di legge diventando avvocato, professione che non esercitò mai in quanto la sua attività fu dedicata totalmente alla medicina naturale.
Risulta chiaro che quanto viene detto in questo libro non fa concorrenza alla medicina così detta ufficiale, ma ne rovescia il modello. Non si parla di diagnosi e di medicine che attenuano od eliminano i sintomi e le manifestazioni della malattia; è la natura che interviene a ristabilire il disordine organico che è alla base dello stato di malattia.
La salute è anzitutto una questione di igiene alimentare, vitale e mentale. Non si può acquisire la salute con l’aiuto di trattamenti che si limitano a dare la caccia ai microbi o ai virus, sollecitando chimicamente le reazioni organiche. In questo modo si finisce in un certo senso per “spostare” il problema, rischiando di creare ulteriori potenziali fonti patologiche. Lo riconobbe persino il tribunale di Santiago dove Lezaeta era stato denunciato per abuso di professione medica:
“Non e’ abuso della professione medica insegnare e consigliare l’utilizzo di elementi naturali, quali il cibo, l’aria, l’acqua, la luce, il sole e la terra, poiche’ non vi e’ nessuna legge che lo possa tacciare: nessuna pratica naturista costituisce abuso di professione medica, poiche’ queste scelte costituiscono una precisa scelta di vita”.
Ma come conobbe Lezaeta, Luigi Costacurta, che è stato suo discepolo e che è il traduttore del libro “La medicina Naturale alla portata di tutti”?
Nel 1959 a Santiago ha luogo l’incontro di Luigi Costacurta con Manuel Lezaeta Acharan che gli cambierà la vita.
La moglie Fanny non stava bene, portava il busto per un’ernia discale ed aveva molti altri problemi di salute che non era riuscita a risolvere nonostante le cure e ben sette interventi chirurgici della medicina ufficiale. Essa era istintivamente avversa ai farmaci chimici e quindi leggeva qualsiasi pubblicazione parlasse di medicina alternativa. Ebbe così tra le mani anche il libro di Lezaeta, che poi sarà letto con curiosità da Luigi Costacurta.
Lezaeta era un vegliardo, prestante, ormai avanti negli anni e, appena conclusa la rilevazione iridologica senza anamnesi fece un quadro perfetto delle condizioni di Fanny. L’incontro fu minuzioso e lungo oltre ogni limite. Luigi Costacurta rimase folgorato. Si mise quindi a studiare i testi di Lezaeta, di P. Taddeo e di Kneipp. Fu accolto con Fanny presso l’Hogar. Questa struttura creata da Lezaeta, era un centro di terapie, meglio una specie di casa sociale, dove si potevano praticare l’idrotermofangoterapia e le indicazioni dell’anziano maestro. I volontari chiamati “samaritani” aiutavano i nuovi arrivati e li seguivano nelle pratiche igienistiche.
La sperimentazione delle cure su se stesso
Costacurta iniziò un nuovo percorso: sperimentò anzitutto su se stesso e poi sugli altri le discipline naturali imparate dal maestro. Lezaeta diede vita anche all’Associazione dei Cultori della Vita Naturale nella cui sede si praticava la divulgazione dei concetti della medicina naturale, affinché ogni persona impari ad autogestire la propria salute e quella dei suoi cari.
Costacurta capì così l’importanza del coinvolgimento degli ex ammalati che avevano sperimentato la forza guaritrice della medicina naturale per la normalizzazione della salute.
L’esperienza cilena non è sostanzialmente diversa dall’intuizione di Luigi Costacurta che aveva promosso l’ACNIN come associazione culturale nata per iniziativa di ex ammalati che avevano sperimentato su se stessi l’esigenza inderogabile del rispetto delle leggi della natura, per riacquistare e conservare la salute nell’ottica dell’autogestione e di una migliore qualità della propria vita. Queste persone si aiutavano a vicenda a conoscere e a consigliare le applicazioni del naturoigienismo.
Le radici della Medicina Naturale
Era così anche nell’antichità, ecco uno splendido esempio:
“Questi paesi non si servono di medici. Trasportano il malato in piazza, e là, chi ha sofferto dello stesso male, o ha visto qualcuno che ne è stato colpito, si avvicina, gli consiglia quei rimedi che lo hanno liberato dall’infermità con i quali altri sono guariti..”
Il luogo è Babilonia, il tempo è tanto remoto da sconfinare nel mito, il narratore è Erodoto, instancabile viaggiatore e padre degli storici, il quale leggeva le sue opere in pubblico ad Atene. Sapeva bene che il suo pubblico avrebbe riconosciuto in quel racconto favoloso il valore di un apologo, cioè di una narrazione simbolica, un’aspirazione, un rimpianto. C’è in questo racconto una nostalgia per una sollecitudine perduta, per una condivisione dimenticata di una comunità, che assiste e cancella la solitudine del malato.
I grandi maestri come Lezaeta, Kneipp, Carton e Costacurta ritenevano che fosse necessario innanzitutto umanizzare la medicina, infatti la comunicazione con il malato era il punto essenziale.
Far uscire l’ammalato dal suo isolamento è solo il primo passo. Il naturoigienista deve essere consapevole che la proposta che offre fa parte di una concezione dell’uomo, della natura e della malattia di tipo complessivo.
I Padri della medicina naturale erano animati da una grande idea della natura dell’uomo e di Dio, non come realtà distinte ma unite da un grande progetto.
Il loro amore per la scienza e la loro dimensione filantropica erano due aspetti della stessa realtà. Da queste radici si evidenzia la concezione olistica dell’uomo e della medicina.
Paul Carton affermava:
“esistono due idee fondamentali: l’obbedienza necessaria alle leggi naturali, materiali e immateriali e l’esistenza in noi di una forza vitale conservatrice, medicatrice e riparatrice che aiuta lo spirito a mantenere l’integrita’ corporale e a condurre le operazioni fisiologiche. Ed e’ soprattutto nel dominio della patologia che si manifestera’ questa verita’ ippocratica essenziale: “la natura è il medico delle malattie”.
Lezaeta si muove nella stessa direzione. La base del suo insegnamento era lo studio dei testi di medicina naturale con l’impegno di sperimentare anzitutto su di sé i rimedi nell’ottica dell’autogestione della propria salute. L’autogestione della propria salute è certamente uno degli obiettivi più rivoluzionari che siano stati raggiunti, nel corso del novecento, per mezzo del testo: “La medicina naturale alla portata di tutti”. Opera che propugna infatti la consapevole attenzione verso il nostro benessere e la riconquista della vitalità perduta.
L’autogestione della propria salute
Oggi la cultura preponderante è caratterizzata dalla parcellizzazione di qualsiasi aspetto della vita umana e dall’espropriazione del corpo dell’individuo. Ebbene l’autogestione della propria salute ha una portata culturale e di emancipazione enorme e va in senso contrario al profitto e all’organizzazione, burocratica e tecnicistica.
La collaborazione e la convinzione del malato sono essenziali; infatti questi, come dice Ippocrate, deve opporsi con tutte le sue forze alla malattia e così diventa il primo agente della sua guarigione.
Lezaeta come del resto il suo discepolo Costacurta, fedeli seguaci della dottrina di Ippocrate, condividevano la necessità d’insistere sull’autocoscienza della persona sofferente e sull’autogestione della propria salute. Questo atteggiamento evidenzia l’umiltà del naturoigienista che riconosce di non essere onnipotente, ma di confidare nella potenza della natura medicatrice.
Come detto, Manuel Lezaeta Acharan seguì imperterrito la sua opera di divulgazione ed insegnamento aiutando quanti chiedevano il suo aiuto.
Stanco, ma anche confortato nel saper di aver adempito alla promessa fatta al suo Maestro P. Taddeo e di aver a sua volta ammaestrato una schiera di allievi che avrebbe proseguito con la sua opera e mantenuto vivo l’ideale per il conseguimento della salute delle future generazioni, morì il 24 settembre del 1959.
Dal punto di vista scientifico ebbe il merito d’aver elaborato il concetto della dottrina termica.
La dottrina termica
Nella sua attività normale, l’organismo umano mantiene sempre una temperatura uniforme a 37 gradi centigradi, tanto sulla pelle quanto a livello delle mucose interne.
Solo a questa temperatura può realizzarsi il normale ed armonico sviluppo della flora microrganica nel nostro corpo, la cui presenza è necessaria alla trasformazione degli alimenti. Come rivela anche l’iride degli occhi, tutte le malattie hanno un’origine di tipo infiammatorio (esclusi i casi di ereditarietà e traumatici) che si manifesta con il cosiddetto stato di “febbre gastrointestinale”.
La febbre inizia con la congestione delle mucose dell’apparato digerente dovuta al susseguirsi di cattive digestioni. Nella parte infiammata e congestionata, la temperatura è superiore (38-40 gradi) e l’afflusso di sangue è maggiore, provocando di conseguenza una deficiente circolazione periferica, con raffreddamento ed anemia della pelle (35-36 gradi). Tanto maggiore e prolungato sarà questo squilibrio termico, maggiore e degenerativo sarà il processo di infiammazione intestinale (putrefazione), terreno favorevole alle insorgenze micro-batterico-patologiche, caratteristica specifica dello stato di malattia in generale.
Per recuperare lo stato di salute, è necessario ristabilire il giusto equilibrio termico attraverso l’uso corretto degli agenti naturali quali: aria, terra, sole, acqua, ecc… ma soprattutto attraverso la conoscenza, la comprensione e l’attuazione di un’alimentazione igienica, ossia: naturale e in corretta armonia con i processi digestivi.
È passato molto tempo dall’enunciazione della dottrina termica tanto contestata e criticata, ma ora le pubblicazioni scientifiche internazionali della medicina ufficiale parlano di ecologia intestinale, disbiosi e modulazioni immunologiche intestinali. Se si fa riferimento a PubMed, banca dati ufficiale della scienza moderna, si trovano centinaia di attestazioni di riviste importanti che trattano questi argomenti, senza far alcun riferimento a Lezaeta, quasi loro avessero scoperto questa dottrina.
Concludiamo citando quanto ci suggerisce Galileo Galilei:
“Non basta guardare, occorre guardare con gli occhi che vogliono vedere e che credono a quello che vedono”.
Tratto dalla Prefazione di “La medicina naturale alla portata di tutti” di Manuel Lezaeta Acharan