Il massaggio Breuss
L’efficienza e il benessere della colonna vertebrale da un unicum di distensione, tonificazione e riarmonizzazione energetica
di Federica Zanoni
“L’essenza di un essere risiede nel cranio, nella colonna vertebrale, sedi del cervello e del midollo spinale, le restanti parti del corpo sono accessorie…curiamo l’essenza e tutto il corpo ne gioverà”
Rare sono le persone che non hanno mai sofferto, nel corso della loro vita, di qualche forma di “mal di schiena” e spesso solo il termine: “schiena” richiama, alla mente di molti, l’associazione automatica con: “dolore”.
Secondo le statistiche, circa quindici milioni di italiani soffrono di mal di schiena in modo più o meno grave e, sempre statisticamente, questa è la prima causa di assenteismo dal lavoro e la seconda di invalidità permanente. Chi ne è colpito purtroppo molte volte è costretto ad affrontare itinerari diagnostici e terapeutici disparati, iniziando interminabili viaggi specialistici tra ortopedici, fisiatri, neurologi e non solo.
La colonna vertebrale, nel corpo umano, è tanto meravigliosa quanto complicata, può presentare infatti nel corso della vita (anche in età molto giovane) numerosi disagi (o vere e proprie malattie) indagabili e curabili effettivamente da vari punti di vista, a seconda del settore che si considera e della problematica in esame.
Ed a questo punto nascono le più diverse equazioni, tra cui: osso-ortopedico, nervi-neurologo, stress-psichiatra (o psicologo), muscoli, posizioni del corpo e riabilitazione-fisiatra, ernia del disco-chirurgo, malocculosioni dentali (anche importanti) dentista, “sblocchi”-chiropratico ecc.
Sia che ci si rivolga a medici oppure no, si tratta sempre di interventi terapeutici validi per risolvere i problemi relativi ad un particolare settore ignorandone uno o più altri.
In questa prospettiva possono quindi rivelarsi tutte strategie inefficaci in quanto, ancora una volta, prendono in considerazione il paziente per la sua malattia, da far rientrare in un sapere settoriale, piuttosto che un individuo da aiutare in modo globale a ritrovare la salute. La Naturopatia cerca proprio di opporsi a tale tipo di approccio, lo è ancora di più per quanto riguarda la schiena in quanto la sua struttura, con le relative funzioni, è influenzata e influenza altri apparati.
Va detto che in nove casi su dieci il mal di schiena si risolve spontaneamente entro un mese e l’esercizio fisico spesso basta a risolvere il disturbo. Nonostante questo, due milioni di italiani soffrono di lombalgia cronica che si trascina da più di 6 mesi senza tregua. In questi ultimi casi, al danno iniziale provocato dal dolore, si aggiungono ulteriori difficoltà fisiche dovute al perdurare del problema, che vanno ad aggiungersi spesso a disagi di carattere psicologico di interrelazione e sociale. Spesso la persona può sentirsi infatti limitata e condizionata in molte occasione della propria vita quotidiana dal mal di schiena.
La tentazione di cedere ai farmaci è forte e molto frequentemente non si tratta solo di una tentazione, ma di abitudini che si consolidano negli anni. Le medicine però leniscono solo momentaneamente il dolore, oltre a creare pesanti condizioni di intossicazione organica.
Come uscirne? Si moltiplicano quindi gli approcci ed i metodi di prevenzione e cura di pari passo con l’aumentare di questo problema tra le persone. Anche da parte di molti medici e specialisti è sempre più sentita l’esigenza verso un approccio preventivo e onnicomprensivo.
Si esortano i pazienti a cambiare atteggiamento psicologico verso questo disturbo e verso il dolore imparando adeguate modalità di comportamento per usare meglio il proprio corpo. Quando il mal di schiena è cronico è quindi necessario un approccio moderno ed efficace che comprenda movimento, la nuovissima terapia cognitivo comportamentale abbinata ad esercizi e i benefici trattamenti attraverso il massaggio. Se non direttamente, almeno indirettamente, più o meno tutti noi abbiamo avuto conoscenza di problemi (anche gravi) alla schiena.
La colonna vertebrale tra filosofie, tradizioni antiche e simbolismi
Secondo il Tantra (ossia l’insieme di pratiche e di tecniche scientifiche che portano al benessere fisico, all’espansione mentale a alla realizzazione spirituale, detta Yoga), esistono alcuni canali (nervi psichici) che scorrono lungo il canale spinale. Il canale che porta la Kundalini (o forza divina), misteriosa energia arrotolata come un serpente nel primo Chakra o plesso, dal primo all’ultimo Chakra, da Shava (morto) a Shiva (Supremo) è denominato Sushumna. Situato nel canale cerebrospinale3, Sushumna è il più importante per l’aspirante spirituale ed è il canale energetico che muove l’energia psichica, prana, attraverso il sistema dei Chakra. La vitalità biopsicologica dipende, in gran parte, dalle condizioni fisiologiche della colonna vertebrale e del midollo spinale. Le Vritti, o tendenze mentali, che sono originate dalla psiche, utilizzano i nervi efferenti per esprimersi e questi, a loro volta, stimolano gli organi bersaglio (ghiandole, sub ghiandole, organi interni e muscoli) alla secrezione. Per la corretta trasmissione delle vibrazioni mentali (le Vritti, originate dalla psiche)4, il sistema nervoso e il midollo spinale sono determinanti. Con la vascolarizzazione e l’elasticità, il midollo spinale viene nutrito armoniosamente.
Secondo gli esperti, la colonna vertebrale (o il canale energetico Sushumna), deve essere verticale rispetto al piano orizzontale della Terra, per permettere all’energia nel corpo di muoversi verso l’alto attraverso i Chakra e risvegliare la coscienza che è “l’unione” dello Yoga. Per questo motivo è opportuno meditare o praticare pranayama e mantra5, mentre si è seduti o in posizione verticale con la spina dorsale “dritta” e non stando sdraiati.
Le cosiddette posizioni yoga (asana) hanno effetti positivi sul sistema scheletrico, in particolare sulla colonna vertebrale. Inoltre all’interno della colonna vertebrale circola Vyana, una delle cinque arie interne, che si muove attraverso la circolazione sanguigna e il sistema nervoso. Più questa energia vitale circola liberamente, più il corpo e la mente ne traggono beneficio.
Quando si parla di Yoga, di stretching, di posture e di flessibilità, la maggior parte delle persone pone istintivamente la propria attenzione su distretti corporei come i fianchi, le spalle, i muscoli posteriori della coscia. In effetti le posizioni Yoga sulle quali le persone si concentrano (probabilmente le meno esperte) e lavorano più duramente, spesso riguardano i muscoli e le articolazioni principali.
Esperti della tecnica e yogi anziani sostengono però che l’età di una persona (e in maniera sottintesa efficienza e benessere), non si misura tanto dal numero di anni quanto dalla effettiva flessibilità della colonna vertebrale. La preparazione e l’allenamento della colonna vertebrale costituisce la base dell’intera pratica dello Yoga (inteso come pratica delle asana), e ciò in preparazione per le pratiche avanzate. La maggior parte delle persone che praticano Yoga non concentrano la loro attenzione su questo principio e ancora meno realizzano il segreto nascosto dello Yoga che è contenuto all’interno della colonna vertebrale. Per apprezzare l’importanza della colonna vertebrale nella pratica, è quindi piuttosto importante capire che tutto il movimento inizia ed è integrato attraverso l’area spinale. Tutti i nervi, in ultima analisi, si ricollegano alla colonna vertebrale. Con una espressione molto sintetica si può affermare che: tutti gli organi sono influenzati (di riflesso) dalla salute della colonna vertebrale. Anche i nostri stati emotivi sono associati e situati in diverse zone della colonna vertebrale
Il segreto dello Yoga, nella misteriosa centralità della colonna vertebrale, è questo. La maggior parte delle persone (ad anche dei praticanti di questa disciplina) è bloccata in un rapporto a quattro dimensioni con la spina dorsale: ci si piega in avanti, indietro, a destra e a sinistra. Il movimento più importante della colonna vertebrale, dal punto di vista dello Yoga, è invece quello verso l’alto e verso il basso, in su e in giù. Movimento che si verifica sporadicamente, ad esempio, quando si alzano le braccia sopra la testa.
Questo movimento è vitale e salubre (anche nella pratica dello Yoga) in quanto consente all’ energia della forza vitale del corpo e all’energia Kundalini della consapevolezza, di muoversi verso l’alto e verso il basso attraverso i Chakra e, dal punto di vista di questa pratica, risvegliare al vero Sé. Da un punto di vista strettamente fisico, si può considerare questo come un movimento dello colonna vertebrale che allevia la compressione costante sui dischi vertebrali creata dalla forza di gravità su una spina dorsale in posizione verticale, e quindi mantiene il sistema nervoso e gli organi sani.6
Forse il miglior modo di praticare, entrare in sintonia e beneficiare di questo movimento, nel corso della pratica delle asana, è durante le posture sedute. In tali posture, quando si inspira, la spina dorsale si allunga in modo naturale appena la testa viene sollevata dal respiro in entrata, mentre, nel corso dell’espirazione, la spina dorsale scende naturalmente e affonda verso terra. Importante è quindi sentire questo naturale movimento ascendente e discendente della colonna vertebrale con il tuo respiro, permettendo allo spazio all’interno della colonna vertebrale di espandersi verticalmente. Creare e lavorare con questa coscienza del movimento dell’energia verso l’alto e verso il basso della colonna vertebrale, sosterrà fortemente in tutte le pratiche Yoga. Questo, secondo gli esperti, è il segreto della colonna vertebrale che sblocca l’energia della consapevolezza e che trasforma la coscienza del praticante di Yoga.
Anche nell’ambito della medicina tradizionale cinese, vengono riservati grande spazio e considerazione alla salute ed efficienza della colonna vertebrale. Sin dall’antichità, la Teoria Medica Tradizionale Cinese ha proposto una sua idea sulla colonna vertebrale. In particolare: gli esercizi terapeutici cinesi, che hanno la finalità di curare il corpo nella sua totalità, tonificando i muscoli, rafforzando il sistema nervoso e la circolazione ed incrementando le difese immunitarie dell’organismo, si concentrano molto sull’allenamento della colonna vertebrale.
Secondo le teorie dello Jingluo (Ching Lo), che si occupa dei percorsi dell’energia (qi), il percorso del Dumai (Tu Mo, il Vaso Governatore) è collocabile esattamente nel punto del mediano posteriore della vita. Il Dumai, strettamente connesso ai reni, corre lungo la colonna vertebrale. Quando nel Dumai non si verificano blocchi, lo shen qi, ovvero il qi o energia del rene, potrà fluire abbondantemente. Il Dumai trasporta lo Yang Qi in tutto il corpo ed è la fonte della sua salute. Ogni alterazione fisiologica o patologica dello Yang Qi nel nostro corpo è quindi sempre in relazione con il rafforzamento o l’indebolimento dello Yang Qi del Dumai.
Oltre a questo, anche il punto di agopuntura Shenyu è strettamente legato alle condizioni dell’energia del rene (shen qi). Per questo, lavorando con regolarità sulla regione lombare, si permette al qi di circolare liberamente nel Dumai, mentre il punto Shenyu viene stimolato efficacemente e i reni saranno pieni di energia. Considerando che i reni immagazzinano il jing, ovvero la sostanza fondamentale, è chiaro che, quando i reni ricevono parecchia energia, il jing qi, l’energia vitale essenziale, sarà disponibile il larga misura.
E lo yang qi, l’energia vitale primaria, agirà positivamente sul mantenimento della salute. Per questo motivo gli esercizi tradizionali cinesi per il benessere dedicano un’attenzione molto speciale al lavoro sulla regione lombare. Infatti, il lavoro sulla fascia lombare è considerato come la caratteristica più rilevante del Taiji Quan, ma anche in altre discipline, come il Ba Duan Jin, e lo Yee Jin Jing, si trovano diversi movimenti che coinvolgono questa zona. Zhang Jiebing, studioso di epoca Ming affermava: “La capacità del nostro corpo di riscaldarsi dipende dallo Yang Qi; la vitalità di tutto il corpo dipende dallo Yang Qi; gli infiniti cambiamenti dei cinque Zang e dei cinque organi di senso necessariamente dipendono dallo Yang Qi”. In questo senso il Dumai assume una funzione a dir poco determinante.
La colonna vertebrale, asse portante del nostro corpo, svolge l’importante funzione di protezione dei nervi, ma sono proprio le lesioni, i disallineamenti e le degenerazioni della colonna vertebrale che creano disfunzioni quali il blocco del canale Dumai, l’indebolimento dello Yang Qi, un ostacolo alla libera circolazione del Qi e del sangue e uno schiacciamento dei nervi diretti agli organi interni. Tutto ciò produce a sua volta disordini nelle funzioni fisiologiche e influenza l’attività degli Zang-fu (gli organi pieni e vuoti secondo la medicina tradizionale cinese)7 portando all’insorgere di ogni sorta di patologia degli organi. Negli ultimi anni numerosi studiosi hanno notato come uno squilibrio della funzionalità dei nervi vegetativi possa essere causa di patologie cardiovascolari. Disallineamenti delle articolazioni vertebrali possono infatti provocare alterazioni dell’elettrocardiogramma, extrasistole, angina pectoris, ma anche gonfiori e dolori addominali, diarrea, gastralgia, capogiri, mal di testa, insufficiente afflusso di sangue al cervello, acufeni, sordità, insonnia e numerose altre sintomatologie. Ricerche sul tratto cervicale della colonna, hanno rivelato che in molti casi di ictus cerebrali e di occlusione del tronco cerebrale esiste una stretta relazione con il restringimento delle arterie spinali e delle arterie cervicali e, se non si interviene tempestivamente, si può arrivare anche alla paralisi. Gli antichi medici cinesi affermano a proposito dell’ictus: “Se una persona avverte mani addormentate e accusa spesso vertigini, questi sono i primi segnali dell’ictus”. La situazione fin qui descritta spiega come un qualsiasi danno o cambiamento in senso patologico della colonna vertebrale può provocare deficit dello Yang Qi del Dumai, ostruzione dei meridiani e squilibrio tra Yin e Yang. In queste circostanze è probabile che le forze patogene penetrino nel corpo creando una condizione di dolore. Se la colonna vertebrale subisce un’alterazione in senso patologico, sarà quindi il Dumai a pagarne le conseguenze e, al di là di questo, anche gli Zangfu e i Jingluo (strade attraverso cui scorrono Qi e sangue raggiungendo, per nutrirlo, ogni angolo del corpo) ne saranno influenzati, con il rischio di contrarre ogni tipo di patologia. Secondo la MTC la rete dei Jingluo rappresenta il collegamento tra le diverse parti del corpo umano e questo collegamento fa sì che il nostro corpo costituisce un sistema organico globale.
Gli antichi, attraverso migliaia di anni di esperienza terapeutica, hanno trovato ai due lati della colonna vertebrale il luogo di ingresso e di uscita del Qi degli Zangfu: il meridiano della vescica e i punti Shu del dorso. Viene sostenuto che “il meridiano della vescica, insieme ai punti Shu, è la struttura su cui si riversa l’energia degli Zangfu”. Ogni punto Shu ha una strettissima relazione con il suo organo corrispondente, sia in senso fisiologico, sia in senso patologico. Quindi i punti Shu non solo riflettono le alterazioni funzionali degli Zangfu, ma possono altresì essere utilizzati per trattare qualsiasi tipo di patologia degli organi corrispondenti.
Riguardo le tecniche di massaggio derivanti da queste concezioni, è possibile ricordare i trattamenti TuiNa, in cui si fa uso di particolari tecniche manipolatori di massaggio. Questa disciplina punta su manovre piuttosto dinamiche rispetto alla semplice pressione. Il TuiNa costituisce uno dei “sette rami” della MTC insieme ad agopuntura, moxa, dietetica, farmacoterapia, igiene sessuale e qigong. Permette di regolare il flusso di sangue e dell’energia, equilibrio che costituisce garanzia di buona salute. Regolarizza l’attività del sistema nervoso, migliora il nutrimento dei tessuti, la circolazione del sangue e i disturbi algici e funzionali dell’apparato locomotore. È infatti soprattutto per problematiche osteoarticolari che ci si rivolge a terapisti TuiNa. Si tratta di manovre di impastamento, sfioramento, percussione, per terminare con movimenti passivi effettuati a seguito di una personale diagnosi energetica fatta dal terapista durante il colloquio iniziale. Le tecniche varie e complesse del TuiNa richiedono una solida conoscenza di anatomia, fisiologia e biomeccanica dell’apparato locomotore e degli organi interni e di senso, oltre che dei concetti base della MTC.
Altra conferma di quanto e come la schiena (o meglio, la colonna vertebrale) rappresenti la culla di tutto quanto il nostro essere, ci viene fornita dalla cosiddetta “tecnica metamorfica”.8 In origine denominata “terapia prenatale”, si radica nella tecnica della Riflessologia plantare, ed è stata quindi sviluppata da Robert St. Jhon negli anni ‘50.
Secondo St. Jhon il periodo della gestazione può essere inscritto sulla zona di riflesso della colonna vertebrale a livello del piede e quindi, studiando un trattamento su quest’area, è possibile intervenire per sciogliere traumi e blocchi formatisi nel tempo. Nel periodo prenatale si sviluppa il corpo fisico e nel contempo si pongono le basi dei difetti della struttura fisica e mentale. Attraverso tale tecnica, in un certo senso, si trasforma tale periodo modificando atteggiamenti mentali e modo di vivere. In questa maniera è possibile consentire alla forza vitale della persona di fluire in modo armonico. Ancora una volta quindi la colonna vertebrale assume una importanza centrale, qui a livello riflesso, per agire addirittura su blocchi energetico-spirituali nati durante i nove mesi di gestazione.
Altra antica tecnica di trattamento che esercita una stimolazione a livello della colonna vertebrale che, di riflesso, si riverbera a livello degli organi interni, è rappresentata dal massaggio ayurvedico Pindasweda. Viene eseguito con tamponi di erbe mediche riscaldati a vapore, usati sin dall’ antichità nella medicina orientale per intervenire sulle problematiche legate al dolore. Le erbe contenute nei tamponi caldi agiscono in profondità svolgendo un’azione antinfiammatoria, leniscono sin da subito il dolore, dando sollievo immediato. Il calore e le erbe hanno un effetto catabolico, cioè riducono il gonfiore e sciolgono tossine nei tessuti e nelle articolazioni. Indicato per tutti i blocchi (torcicollo, colpo della strega, ecc.), gonfiore e dolori muscolari, favorisce la circolazione e rende più sana e tonica la pelle. Dopo un breve massaggio rilassante con olio (circa 20 minuti), viene effettuato un trattamento mediante strofinamento di sacchettini caldi (potali) contenenti un composto a base di erbe officinali. I Pindasweda possono essere fatti localmente o su tutto il corpo.
Al termine viene effettuato un riequilibrio energetico ponendo i potali sui Chakra (da Svadhistana a Vishudda, cioè dal secondo al quinto). Secondo la medicina ayurvedica, tale trattamento riduce “Vata”9 e scioglie le tossine, per cui viene considerato utile nei casi di artrite, osteoartrite, rigidità e gonfiore a livello articolare, affaticamento e tensione muscolare. Tale massaggio come tutti i trattamenti ayurvedici, si svolge secondo modalità, anche ambientali (oli essenziali, profumi ecc.) che tengono in fondamentale considerazione l’aspetto psicologico ed emozionale, favorendo il completo rilassamento. Fattore quest’ultimo di fondamentale importanza per poter trarre, da ogni pratica di massaggio, il massimo beneficio.
La colonna vertebrale nasconde interessanti informazioni anche dal punto di vista simbolico, coinvolgendo piani più sottili.
Sin dall’antichità, la colonna vertebrale venne associata alla simbologia dell’Albero in cui scorre la linfa vitale. Anche il corpo dell’uomo viene descritto nei testi sacri come un Albero, il quale, a livello ontologico, è rovesciato e possiede perciò le radici in cielo e i rami in terra. Il tronco è la parte mediana che unisce il cielo alla terra, i pensieri all’azione. La colonna vertebrale si trova in questa parte mediana. Il midollo spinale viene paragonato ad un fiume, fonte di pienezza, vitalità e godimento per l’essere umano. È il midollo spinale che scorre all’interno della colonna vertebrale nella parte mediana di questo nostro albero corporeo.
Le ultime diramazioni del midollo spinale si trovano a livello delle vertebre lombari per perdersi definitivamente nella regione sacrale coccigea.
Il midollo spinale deposita dunque, fino ai tre mesi di vita, una memoria ancestrale alla base della colonna vertebrale, un “segreto” che darebbe nome al sacro e alle vertebre sacrali.
La colonna vertebrale si prefigura quindi come Albero della Vita perché il suo fine ultimo e il suo vero utilizzo trascendendo la dualità delle conoscenze umane, porta a conciliare antinomie, per arrivare all’equilibrio. Ogni “porta” è vitalità che cresce, benessere, intelligenza che si lascia penetrare e che rende di nuovo all’uomo la sua vera natura universale e divina.
Dal punto di vista del simbolismo astrologico, la colonna vertebrale è da sempre legata alla polarità Sole-Luna/Saturno. Insieme, questi tre pianeti, rappresentano tutti e quattro gli elementi della tradizione esoterica e si può dire siano, in un certo senso, alla guida delle loro energie, espresse sotto varie forme e simbologie. La Luna è essenzialmente matrice dell’Acqua, creatrice e distruttrice di ogni forma di vita che nasce e muore nel segreto e nel silenzio del mondo sub-acquatico. Il Sole è fonte di luce e calore, espressione della divinità identificata col Fuoco. L’Acqua e il Fuoco insieme sono espressione di vitalità, energia, fluire inarrestabile del flusso vitale. Dall’interazione di questi due elementi la vita materiale prende coscienza, espressione e movimento.
L’energia propulsiva di questi elementi è incanalata e spinta verso la crescita dalla Terra e dall’Aria. Alla guida degli elementi Terra e Aria troviamo Saturno, il principio cristallizzatore, condensatore, raffreddante e conservatore che si pone come polo opposto e complementare al fiume vitale costituito dalle energie dell’Acqua e del Fuoco, della Luna e del Sole.
La struttura ossea della colonna vertebrale è governata da Saturno e costituisce un canale per la forza vitale che vi fluisce all’interno: ancora il midollo spinale e le sue innervazioni. Si tratta di un fiume uno e duplice dove si alternano, si combinano e si equilibrano le correnti energetiche positive e irradianti rappresentate dal Sole e dall’elemento Fuoco e quelle negative e coagulanti rappresentate dalla Luna e dall’elemento Acqua. La simbologia dell’Albero bene esprime l’alternarsi di queste forze all’interno dei processi della natura: la vita che perennemente scorre al di là del manifestarsi delle stagioni. Anticamente, presso i celti ad esempio, gli alberi spogli durante la stagione invernale erano simbolo delle forze che si ritirano nel ventre della Madre Terra, della capacità della forza vitale di attraversare il golfo della Morte per ri-manifestarsi con vigore durante la primavera. La forza con cui la vita ri-sbocciava era dunque sinonimo della capacità di ognuno di attraversare con fermezza le difficoltà e le esperienze esistenziali rappresentate da Saturno. Questo pianeta, nella simbologia astrologica, governa lo spleen, il centro psichico che regola il flusso della vitalità nel corpo. Con precisione Saturno concede a ognuno la dose di vitalità guadagnata attraverso le aspirazioni e le esperienze della vita. Gli alberi millenari sono da sempre simbolo di immortalità, di capacità del corpo di sapersi rigenerare, di attingere cioè forza dalle viscere della Terra, di attraversare l’abisso e governare la paura.
Nel simbolismo astrologico le ripartizioni della colonna vertebrale sono significative.
Le sette vertebre cervicali del collo sono associate ai sette pianeti della tradizione esoterica. La prima vertebra, Atlante è governata da Saturno, la seconda, Epistrofeo, da Giove, le altre cinque di seguito, rispettivamente, da Marte, il Sole, Venere, Mercurio e la Luna (vedi immagine).
Le vertebre cervicali sono quindi connesse alla capacità di saper utilizzare i sette raggi della tradizione esoterica, le energie costruttive principali da cui discendono tutti gli altri raggi. Queste energie guida sono da sempre associate ai sette pianeti ma anche alle sette note musicali, ai sette colori dello spettro solare e, nella tradizione orientale, ai sette Chakra.
In questa parte della colonna, che supporta la testa, si concentrano particolarmente le tensioni e gli sforzi ed è per questo che, in alcuni individui, si tratta di una zona spesso bloccata o irrigidita. Le dodici vertebre dorsali sono associate alle 12 energie dei segni zodiacali. La prima vertebra è governata dall’Ariete e le altre undici dai segni che seguono in successione nello zodiaco. La spina dorsale è particolarmente connessa all’elemento Fuoco e alle energie marziali dell’Ariete. Le dodici vertebre che la compongono sorreggono le coste che formano la gabbia toracica e proteggono il cuore. Secondo queste particolari interpretazioni, fino a quando l’individuo non ha preso governo dei piani inferiori e fisici, questa cavità è come un luogo particolare in cui risiedono le energie animali dell’uomo e i suoi turbolenti desideri personali.
Le cinque vertebre lombari sono connesse con i quattro elementi, Fuoco, Terra, Aria, Acqua più un quinto elemento, il più sottile e impalpabile, ossia l’Etere che li permea tutti.
Sotto la regione lombare si trova il sacro formato da cinque “reminescenze” di vertebre e le quattro ossa del coccige saldate insieme. Questi nove segmenti ossei sono associati all’aldilà, alle regioni sconosciute delle viscere della Terra nelle quali, si pensava, risiedesse un Fuoco imperituro.
È in questa stazione che risiede il germe della nostra vita, ancora il fuoco kundalini della tradizione orientale di cui si è già parlato.
L’energia che sale dal basso e le porte principali che aprono verso questo cammino, sono simboleggiate dalle regioni della colonna vertebrale e dai sette Chakra maestri che sono collocati lungo la medesima. Quando l’energia sbloccata sale dai piani inferiori, l’attraversamento di queste porte conduce alla pienezza sui quattro piani dell’essere: fisico, emotivo, psichico e mentale. La totale illuminazione del corpo che ne consegue, abbatte ogni senso di separatezza tra l’interno e l’esterno, tra l’alto e il basso aprendo a uno stato di coscienza in cui non si percepiscono più confini, pregiudizi e paure ma in cui prevale un senso di comunione con tutte le cose.
Molto rilevante quindi ed in conclusione, l’attenzione che sapienti tecniche di massaggio e importanti tradizioni antiche dedicano alla colonna vertebrale o alle sue eventuali aree riflesse. In particolare viene sottolineata, da parte di ogni approccio, la sussistenza di fluidi ed importanti “snodi” energetici proprio a livello della colonna vertebrale. In questa panoramica si è cercato di focalizzare l’attenzione sui molti punti comuni, per aiutare a comprendere quanto possa essere importante, per il mantenimento e il recupero di un buon stato di salute, un atteggiamento onnicomprensivo, anche dal punto di vista del massaggio. Ciò nella consapevolezza, già propria di tutte le antichissime tradizioni, della fondamentale importanza della salute della colonna vertebrale per il benessere di tutti gli organi e quindi del corpo nella sua totalità. In questo senso si colloca, senza dubbio a pieno titolo per le sue caratteristiche di tecnica e di approccio, anche il metodo di massaggio Breuss. Si può pensare infatti a questa tecnica come ad un valido trattamento che ingloba in sé manovre a carattere manipolativo, ma che nel contempo concentra il proprio intervento anche sullo sblocco, la rigenerazione e il ribilanciamento del flusso di energia vitale. In questo senso non trascurando i fondamentali fattori di cura e rilassamento, nonché il benefico scambio energetico tra operatore e persona sofferente.
La colonna vertebrale: cenni di anatomia, fisiologia, patologia
Con il termine “schiena” (o dorso) si identifica la parte posteriore dell’organismo umano i cui limiti sono: quello superiore, costituito dal collo, e i glutei che stabiliscono con chiarezza quello inferiore.
Lo scheletro della schiena, importante oltre che per il movimento di essa per il sostegno dell’intero organismo, è formato da due parti fondamentali: la colonna vertebrale e le scapole.
La colonna vertebrale (o spina dorsale o rachide), è la porzione dello scheletro che costituisce l’asse di sostegno del tronco e del corpo umano in toto. Consiste in una serie di segmenti ossei, le vertebre, articolati tra di loro tramite una serie di dischi cartilaginei interposti. Si suole dividere queste ossa in cinque gruppi: dall’alto al basso, essi sono quello delle vertebre cervicali, delle toraciche, delle lombari, delle sacrali e delle coccigee. Nel suo insieme la colonna vertebrale è lunga 70-75 cm nel maschio e 60-65 cm nella femmina e presenta una larghezza massima di 10-12 cm a livello della base del sacro. Le dimensioni delle vertebre aumentano dal primo gruppo all’ultimo, in quanto cresce in questo stesso senso anche il peso corporeo che esse devono sopportare. Oltre alla funzione di sostegno, la colonna vertebrale svolge poi anche quella di protezione del midollo spinale, un’importante ramificazione del sistema nervoso centrale passante al suo interno.
Le vertebre sono 33-34 raggruppate quindi in 7 cervicali, 12 dorsali o toraciche, 5 lombari, 5 sacrali e 4-5 coccigee. La vertebra tipo è un anello osseo che presenta una massa compatta anteriore, il corpo vertebrale in forma cilindrica ed un arco vertebrale posteriore laminare che è suddiviso in una porzione anteriore, il peduncolo vertebrale ed in una porzione posteriore, la lamina vertebrale. Il corpo e l’arco vertebrale delimitano il foro vertebrale e dalla successione di questi risulta il canale vertebrale che percorre tutto il rachide. Fra i corpi delle vertebre sovrapposte si trova un disco intervertebrale di tessuto fibro-cartilagineo. Il disco intervertebrale comprende due sotto-strutture concentriche: l’anulus fibrosus (tessuto elastico stratificato)10 esternamente, che circonda al suo interno il nucleo polposo (composto gelatinoso costituito principalmente da acqua, circa l’85% in volume nei soggetti giovani e in salute, e da proteoglicani).
Il disco intervertebrale svolge la funzione di “cuscinetto” in grado di sopportare gli sforzi di compressione a cui è costantemente soggetta la colonna vertebrale, grazie alla pressione idrostatica che si produce al suo interno. Il nucleo si sposta durante i movimenti della colonna vertebrale e in tal modo rende possibile una certa inclinazione dei piani vertebrali che vengono tra loro in contatto. I dischi lombari sono quelli più sollecitati a causa del maggior peso sopportato e dunque soffrono maggiormente di fenomeni di degenerazione, con perdita di acqua nel nucleo e conseguente riduzione della capacità portante del disco. La causa primaria dei dolori di origine discale è infatti legata essenzialmente ai microtraumi ed ai fenomeni degenerativi che avvengono nei dischi intervertebrali per usura e invecchiamento.
La seconda “parte” fondamentale della schiena è costituita dalle scapole. Si tratta di una coppia di ossa piatte e triangolari posizionate simmetricamente rispetto alla colonna vertebrale nella parte alta della schiena. Sono elementi costitutivi dei cosiddetti cinti o cingoli scapolari, due gruppi di tre ossa ciascuno (una scapola, un omero e una clavicola) aventi la funzione di muovere le spalle e quindi gli arti superiori. Oltre a ciò, le scapole forniscono una resistente protezione ossea ai polmoni, che si trovano più in profondità rispetto ad esse e all’intera schiena.
Con le sue 134 articolazioni vertebrali di piccole e grandi dimensioni e le 31 paia di nervi, influenza i quattro arti e mette in collegamento i muscoli, le cellule e tutti gli organi fisiologici del corpo umano. Grazie all’azione dei legamenti e delle capsule articolari che la rendono un’entità unica e flessibile, siamo in grado di stare in piedi, muoverci e vivere. I movimenti di flessione ed estensione, rotazione, piegamento laterale di ciascuna articolazione intervertebrale, subiscono tutti una limitazione su base biologica dei corpi vertebrali. Se l’individuo si muove, le articolazioni devono di conseguenza adattarsi al suo movimento e ruotare verso l’alto, verso il basso, verso destra e sinistra. L’adattabilità delle capsule articolari, dei legamenti e dei muscoli, è direttamente proporzionale al movimento fisico e alla propria costituzione.
Se viene considerata la storia dell’evoluzione dell’uomo, dall’andatura quadrupede fino all’assunzione della posizione eretta, possiamo affermare che la colonna vertebrale è la base nonché il simbolo dell’evoluzione della specie umana.
Una forma perfetta del corpo, l’eleganza e la bellezza del movimento dipendono senza dubbio da un lavoro di “cooperazione” tra vertebre, articolazioni, legamenti e muscoli. Se il corpo si muove, anche le articolazioni vertebrali ruotano, il “movimento” è assoluto, “il non movimento” è relativo. Durante il movimento, se si supera il limite fisiologico, o se si soffre di una debolezza costituzionale o delle capsule articolari e della funzione muscolare, è possibile che si creino dei disallineamenti/dislocazioni vertebrali che spesso il nostro corpo riesce a correggere autonomamente.
Grazie all’azione del sistema nervoso centrale, mentre la nostra colonna vertebrale si muove, al suo interno il midollo spinale trasporta le informazioni sensoriale provenienti da tutto il corpo fino alla corteccia cerebrale. Nel percorso sensoriale discendente, l’informazione parte dal cervello e, sempre attraverso il midollo, arriva ai muscoli e agli organi interni, garantendone la funzionalità. Attraverso tale meccanismo il sistema nervoso riesce a controllare la regolazione e l’equilibrio di tutte le funzioni corporee. Contemporaneamente il movimento incessante dei corpi vertebrali manda un impulso al tronco cefalico, la corteccia cerebrale attiva la regione di corteccia e le cellule cerebrali non ancora sfruttate/sviluppate, promuovendo così l’aumento del grado di sensibilità della funzione cerebrale, la sintesi proteica e un miglioramento delle capacità intellettive.
Dal punto di vista degli squilibri interessanti direttamente la colonna vertebrale, i disallineamenti delle articolazioni della colonna, oltre a determinare instabilità e squilibrio posturale, provocano una eccitazione e uno schiacciamento dei nervi spinali, dei nervi simpatici e parasimpatici e delle arterie spinali. Compaiono così i sintomi più disparati, insieme a una modificazione in senso patologico della colonna.
Se ad esempio ci si trova di fronte ad un disallineamento tra le vertebre cervicali C1 e C2 possono verificarsi vertigini, mal di testa, mancanza di forza in tutto il corpo etc. Se il disallineamento interessa invece C3 e C4, potranno comparire dolori al viso, ai denti, al nervo trigemino o fenomeni di tachicardia. Un disallineamento tra C5 e C6 potrà causare ipertensione, ipotensione, come pure dolori alle spalle. Se sono T3 e T4 a non essere allineate, potrà verificarsi ad esempio un aumento del tessuto della ghiandola mammaria, una sensazione di oppressione al petto e respiro corto. Un problema tra L2 e L3 può causare necrosi della testa del femore e problemi ginecologici. Senza parlare poi delle patologie che interessano direttamente il tratto cervicale, quali il restringimento del canale vertebrale, protrusioni discali, curvature laterali dei corpi vertebrali. In Cina si usa dire che: “Le cento malattie hanno origine dalla colonna vertebrale”!.
Le più svariate, e talvolta molto dolorose e condizionanti, patologie della colonna si incontrano sempre più frequentemente e in numerosi soggetti di giovane età.
Esse includono tutte quelle modificazioni in senso patologico derivanti da traumi o da degenerazioni che interessano i tratti cervicale, dorsale, lombo/sacrale della colonna, ma anche la zona pelvica, i dischi intervertebrali, i legamenti paravertebrali e i tessuti molli circostanti. In determinate condizioni predisponenti (lievi distorsioni, contusioni, stanchezza eccessiva, atteggiamenti posturali scorretti, esposizione al freddo, al vento, squilibri del sistema endocrino etc.) la comparsa di disallineamenti delle articolazioni vertebrali, protrusioni discali, lassità legamentose o processi degenerativi osteofitici, può direttamente o indirettamente provocare lo schiacciamento delle radici dei nervi, delle arterie vertebrali e del midollo, creando quindi terreno fertile per l’insorgere di numerose malattie.
Gli squilibri della colonna, causati da lesioni croniche dei tessuti molli del collo, delle spalle, della schiena e del dorso possono provocare un mancato controllo dell’ampiezza del movimento delle articolazioni vertebrali e, di conseguenza, disallineamenti delle articolazioni intervertebrali e problemi alle sinovie articolari. Protrusioni discali: è piuttosto probabile che siano causate da lesioni traumatiche o da un carico eccessivo su un tratto della colonna. Deformazioni genetiche: includono patologie quali fusione delle vertebre, riduzione della massa dei muscoli del collo, restringimento del canale vertebrale sin dalla nascita, etc. Infiammazioni della gola, malattie da raffreddamento in relazione con il collo: è possibile che anche un’iperemia o una lassità della capsula articolare e dei legamenti circostanti possa creare un disallineamento vertebrale.
Da uno sguardo di insieme alla colonna vertebrale si può affermare che un disallineamento di una vertebra può portare alla modifica di una delle curve vertebrali. Questo può a sua volta provocare una modificazione patologica dell’intera colonna. È necessario quindi, quando si effettua la correzione di un disallineamento, prendere in considerazione la colonna in toto.
È possibile distinguere le patologie che coinvolgono la colonna vertebrale, in generale e tenendo presente più specifiche sottodistinzioni, in problematiche a carattere:
1. Meccanico/funzionale
In questo caso ci si riferisce soprattutto alla discopatia, termine che indica una serie di alterazioni anatomopatologiche del disco intervertebrale e che colpiscono ciascuna delle due componenti del disco stesso. I dischi, come già detto, sono inseriti tra una vertebra e l’altra. Il loro nucleo centrale, per vari motivi, ad esempio traumi, può schiacciarsi. Quando il disco è compresso tende a uscire dalla propria sede, riducendo il “gioco” tra una vertebra e l’altra e sollecitando in modo anormale altre strutture e, specialmente, i nervi. L’ernia discale è più frequente a livello lombare e causa l’irritazione dei nervi che fuoriescono in quella zona come quello sciatico che colpisce le gambe. I soggetti più esposti sono persone di sesso maschile d’età compresa tra i 35 e i 50 anni.
2. Posturale
Si tratta di comportamenti o di posizioni non corrette, spesso causate da sedie, poltrone, letti troppo morbidi, abitudini sbagliate, come restare troppo tempo nella stessa postura (seduti o in posizione eretta), o condizionate dalla propria attività di lavoro e movimenti scorretti, ad esempio: sollevare pesi in modo sbagliato, ecc.
3. Psicologico
La schiena è una delle parti del corpo più interessate da disturbi algici (dolori), associati sia a fattori psicologici che a condizioni fisiche. Se il disturbo fisico è assente, la diagnosi del dolore deve essere associata ad agenti stressanti di tipo psico-sociale. “Soffro come se portassi addosso un peso insopportabile” è una delle espressioni che capita di sentire più frequentemente nel caso di problematiche alla schiena. E le parole stesse che vengono usate nascondono in se stesse i possibili disagi, a carattere psicologico, sottesi al dolore fisico che viene avvertito.
Le alterazioni patologiche della colonna vertebrale possono innescare dei processi patologici contemplati sia dalla medicina cinese che da quella occidentale e che coinvolgono numerose branche del sapere medico: medicina interna, il sistema cerebro-cardio-vascolare, il sistema respiratorio, digerente, i cinque organi di senso, il sistema endocrino, la chirurgia, la ginecologia, la psichiatria, la neurologia e molte altre sfere della medicina occidentale.
Un fattore importantissimo, da tenere in grande considerazione anche nella fase di trattamento, è che: tutti i nervi che percorrono ogni parte del corpo e che raggiungono ogni organo interno, provengono dalla colonna vertebrale. Lungo la colonna sono situati i punti di digitopressione che riguardano tutti gli organi interni e tutte le funzioni. Ecco perché ogni volta che una vertebra si trova fuori posto, si verifica un riflesso locale sui nervi e i muscoli associati, ma anche un effetto sugli organi interni ad essa collegati per mezzo delle vie nervose e dei meridiani. In questa eventualità si verificherà un accumulo di tensione muscolare tutt’intorno all’area in cui si è verificato lo squilibrio, che a sua volta sarà origine di dolori dorsali, se non di problemi di tipo più grave alla schiena. Lo stiramento sistematico della colonna, in tutte le direzioni, favorirà l’allentamento delle tensioni di questo tipo, per poter ritrovare successivamente un perfetto allineamento della colonna.
Gli esercizi che coinvolgono la colonna nelle pratiche yoga o nella recente disciplina denominata acu-yoga, che abbina in maniera molto interessante l’esecuzione delle asana alla digitopressione, mirano alla flessibilità della colonna vertebrale. Se la salute, il benessere ed anche la bellezza dipendono dalla flessibilità della colonna, una colonna elastica e ben allineata si riflette nelle condizioni di tutto il corpo. Una colonna agile è fonte di giovinezza per il corpo, una colonna rigida al contrario è sintomo di vecchiaia. La bellezza a sua volta è il riflesso di una armonia interiore e di una condizione di buona salute.
Concludendo, è possibile affermare che, se il corpo non riesce autonomamente a riequilibrare il disallineamento e dislocazione vertebrale, di cui si è già detto, si assiste ad un’alterazione patologica, per l’appunto il disallineamento o dislocazione delle articolazioni vertebrali stesse. La posizione in cui si presenta tale disallineamento non è mai la stessa ed anche le alterazioni patologiche che la causano non sono mai le stesse. Da quanto detto, soprattutto a proposito delle continue sollecitazioni a carico delle vertebre e dischi intervertebrali, è piuttosto facile comprendere come, una corretta prevenzione e trattamento della colonna vertebrale, sia di fondamentale importanza per il benessere della schiena e dell’organismo in toto. In quest’ottica si colloca perciò quanto verrà descritto, a proposito dell’efficacia del metodo di massaggio Breuss, nei successivi paragrafi.
La figura di Rudolf Breuss
Rudolf Breuss era un appassionato naturopata di nazionalità austriaca. Venne alla ribalta negli anni settanta grazie ad una propria e particolare dieta: il cosiddetto “metodo anticancro Breuss”. Basava la sua teoria (sperimentata realmente su molti soggetti malati) sul fatto che il cibo introdotto nel nostro organismo è il sostentamento delle cellule di qualsiasi natura, benigna o maligna. Il concetto di base, sul quale Breuss elaborò i propri approfondimenti, è rappresentato dalla unità bio-psico-fisiologica. L’autore e ricercatore propone quindi una semplice ma attenta metodica igienistica naturale personalizzata, frutto di una quarantennale esperienza. Con la sua “dieta anticancro” 11 Breuss somministrava solo alcuni tipi di alimenti che non nutrivano le cellule tumorali, senza togliere sostentamento al resto del fisico. Poiché perciò alcuni alimenti non sembrano “graditi” alle cellule tumorali, la cura anti-cancro di Breuss prescrive un’alimentazione strettamente limitata a tali sostanze, in modo da togliere il sostentamento alle cellule tumorali senza tuttavia debilitare l’organismo.
La lettura del testo “Cancro- leucemia. Consigli per la prevenzione e cura di molte malattie” è piuttosto illuminante a quest’ultimo proposito. Decine e decine sono le testimonianze e le lettere di ringraziamento da parte di persone sofferenti, circa l’efficacia della cura proposta da Breuss.12
Vorrei in particolare sottolineare come, pur nella drasticità di alcuni suggerimenti a carattere alimentare condivisibili o meno, l’approccio di Breuss si collochi in una corretta ottica naturopatica in senso ampio. Egli infatti afferma espressamente che la terapia del digiuno non deve diventare un assillo. La persona non deve chiedere troppo alla terapia del digiuno, per evitare situazioni di eccessiva e, ovviamente, uno stato di negativa debolezza. In questo senso Breuss indica un principio assolutamente fondamentale in qualsiasi cammino a carattere naturopatico, ossia: “…cercate di ascoltare attentamente i segnali del vostro corpo. Dipende infatti da ogni ammalato riconoscere ed interpretare questi messaggi.” Viene quindi espresso l’importantissimo principio della consapevolezza, circa i trattamenti e le strategie che vengono affrontati anche in maniera molto forte e decisa. Ogni metodica di trattamento va quindi attentamente adeguata a se stessi sia dal punto di vista delle risposte organiche che da quelle emotive, in un ottica assolutamente olistica. Alla stessa maniera, a proposito delle indicazioni fornite circa la cura a base di succhi di verdura, Breuss cita come primo principio: “Volontà di guarire!”. A questo seguono altri principi dello stesso tenore che evidenziano in maniera ulteriore come il percorso di disintossicazione-rivitalizzazione debba essere permeato da una individuale e forte consapevolezza, nonché attenzione verso se stessi e ciò che si sta sperimentando. Tra questi: “Essere informati di volta in volta della malattia”, “Non prendete mai il succo e le tisane contro voglia; meglio interrompere un giorno e ricominciare”, “Rafforzare la fiducia in se stessi con pensieri positivi”.13
Rudolf Breuss, che nacque nel 1899 a Gisingen presso Feldkrich nel Voralberg (Austria), nel corso della sua vita non godette di una buonissima salute. Tra l’altro venne ferito in guerra e trascorse un periodo in un lazzareto nei pressi di Innsbruck. Come spesso succede, fu proprio questa sua condizione di salute a condurlo verso l’approfondimento della medicina naturale sperimentando su sé stesso quanto studiava. Tra i suoi studi: gli importanti insegnamenti di padre Kneipp. Dal 1953 Breuss praticò la naturopatia e l’iridologia accrescendo la sua fama, ciò soprattutto per la diffusione che ebbe la sua cura a base di succhi e il libro “Cancro – leucemia”, con diffusione mondiale e la traduzione in cinque lingue.
Nel 1979, dopo una trasmissione televisiva in cui apparve, fu perseguitato da parte della medicina ufficiale e farmacologica e subì delle conseguenze legali. Dal 1962 si dedicò ai malati ed ai sofferenti proseguendo nell’approfondimento della medicina naturale. Morì a causa di un infarto all’età di 91 anni.
La cura anti-cancro: in beve, Breuss propone un digiuno relativo. Non deve infatti mai mancare un adeguato apporto di vitamine, sotto forma dell’assunzione quotidiana di un quarto di una miscela di succhi centrifugati. Contemporaneamente è necessario assumere delle tisane, finalizzate ad una radicale azione disintossicante. Ciò per il principio che il tumore comporta una forte situazione di stress a carico dell’organismo che origina a sua volta alterazioni del metabolismo e della produzione di radicali liberi, nonché alti metaboliti tossici e nocivi per l’organismo.
La durata del digiuno viene fissata in 42 giorni. Breuss racconta che nel 1950 (anno in cui assistette al primo caso di guarigione da un tumore maligno) giunse alla comprensione di quello che per lui era il principio alla base della terapia antitumorale: se si digiuna, si guarisce. La massa tumorale scompare completamente, oppure viene eliminata (ridotta ad un residuo atrofico) assieme alle feci.14
Il Dr. F. B. Berchtesgaden nella sua prefazione al testo “Cancro-Leucemia”, scrive a proposito della via strettamente chimica nella lotta contro le gravi patologie e quindi a supporto delle teorie di Breuss:
“Nessun diverso sistema ci farà vincere il cancro, a meno che l’industria chimica scopra mezzi potentissimi che, come nel caso della terapia anti-tbc, distruggano tutto per via chimica, lasciando però un organismo ancora più fragile dell’attuale. Sarebbe questa la via del trattamento puramente chimico-farmaceutico, che potrebbe bensì portare al superamento dello stato contingente, come nel caso della terapia sintomatica, ma comporterebbe conseguenze future talmente pesanti, da condurre gradatamente ad un’umanità non più sana, ma ancora più malata. Sarebbe perciò doveroso vagliare, con la massima attenzione, tutti i tentativi di chi affronta il rischio di superare il fattore cancro con un trattamento naturale e non chimico…il digiuno, e questo per me rimane un punto fermo, è e resta il più valido metodo per vincere le malattie…Breuss ha introdotto idee completamente nuove nella cura del digiuno, nei casi di cancro. Egli merita quindi la massima ammirazione, per il coraggio dimostrato, quando intraprese il primo tentativo di far digiunare un canceroso per 42 giorni di seguito… effettivamente, alcune delle affermazioni del signor Breuss, nel suo libretto, mi sembrano molto ottimistiche, in particolare quando parla del trattamento della leucemia. Nonostante ciò, io, come medico, non rifiuterei mai la strada indicata, e preferirei percorrere questa, piuttosto di quella praticata tuttora dalla medicina universitaria, tanto aggressiva per l’organismo…È molto più naturale e concreta la strada percorsa da Breuss, con il suo ragionamento: “Il tumore deve essere divorato dall’organismo stesso, durante la cura del digiuno!” Mediante il digiuno il corpo elimina tutto quanto gli è estraneo, poiché separa tutto ciò che è malato, da ciò che è sano…Per la sua cura di 42 giorni, Breuss ha ideato una mistura di succhi, composta per la maggior parte di rape rosse, carote, sedano, rafani e patate. Quest’ultima componente, viene ignorata nelle cliniche del digiuno, a causa del sapore sgradevole, ma è proprio questo l’ingrediente più importante, quello che permette di ottenere il migliore risultato, in particolar modo nei casi più gravi…Breuss afferma di aver guarito più di mille cancerosi mediante la sua cura. Ed aggiunge, molto correttamente, “purché i malati non siano stati già trattati con irradiazioni e altre terapie pesanti anticancerose, nel qual caso non vi è stato successo.” Questa affermazione coincide perfettamente con la mia esperienza. Un trattamento biologico, può essere accompagnato da successo, soltanto quando le difese dell’organismo non sono state preventivamente danneggiate da mezzi chimici potenti. Breuss torna continuamente a ripetere la sua convinzione: il tumore è una escrescenza autonoma e le sue cellule possono essere divorate solo affamando l’organismo, con la cura dei succhi. L’esperienza della cura del digiuno, infatti, ci insegna che il corpo, digiunando, elimina tutto ciò che gli è estraneo. Questa è stata anche la mia convinzione in tutti gli anni della mia attività…”.
Gli stralci della prefazione del Dr. Berchtesgaden sopra citati non costituiscono una testimonianza isolata nel panorama di coloro che appoggiano le teorie di Rudolf Breuss.
I risultati ottenuti attraverso la via del digiuno sono d’altra parte conosciuti attraverso scritti ed esperienze degli igienisti. Tra le altre, quella di Herbert M.Shelton studioso e ricercatore americano propugnatore dell’efficacia dei digiuni terapeutici (già dagli anni ‘30) avendo assistito personalmente più di centomila pazienti digiunanti, allo scopo di superare varie patologie. Rispetto a quanto sostenuto da questo esponente, in relazione al digiuno terapeutico, Breuss, non appartenente ad alcuna scuola o movimento, intuendo l’efficacia e importanza dell’astensione dal cibo, per combattere le malattie, elabora il suo metodo. Lo rende però in un certo senso relativo, con l’introduzione di succhi centrifugati e tisane, accanto alla semplcie acqua pura. Breuss non ritiene che il digiuno debba essere necessariamente assistito. Indica un metodo e ne garantisce i risultati se viene seguito fedelmente. Questo stesso digiuno nato, secondo Breuss per combattere il cancro, viene quindi consigliato per ogni patologia.15
Importante comunque sottolineare la validità dei principi di disintossicazione organica studiati da Breuss per quanto riguarda un regime a stretto carattere preventivo.
Lo stesso Luigi Costacurta, in una prefazione al testo “Cancro – leucemia”, vede una sostanziale identità concettuale su questo tema tra se stesso e Breuss. Costacurta specifica d’altra parte, come il vero successo di un processo di normalizzazione e recupero organico attraverso una corretta terapia del digiuno, dipenda anche da una pratica costante delle altre discipline igienistiche naturali, quali previste dall’idrotermofangoterapia. Ciò in una perfetta ottica a carattere correttamente naturopatico, visione da lui sempre propugnata.
Come Luigi Costacurta, anche Rudolf Breuss esercitò l’attività di iridologo. Proprio la scoperta del testo di un iridologo, il Dr. Otto Wirz, dal titolo: “La diagnosi nell’iride dell’occhio”16, che Breuss acquistò nel 1944, rappresentò per Breuss un momento fondamentale per la sua attività e le sue ricerche.
In particolare, dalla lettura di questo libro, Breuss scoprì quella che secondo lui era la vera causa della mancata guarigione di molte persone sofferenti anche dopo lunghi anni di trattamenti. Causa testimoniata con vigore dal Dr. Wirz, il quale sosteneva che la costante aspirazione delle esalazioni provenienti da naftalina e canfora sintetica (contenente arsenico) costituivano la causa originaria di moltissime malattie.17 Wirz, asserisce, come riportato da Breuss, che i segni della presenza di queste sostanze non scompaiono mai completamente dall’iride e ciò a testimonianza della pressoché perenne permanenza di tali “veleni” nell’organismo. Breuss incluse tra le sostanze colpevoli di problematiche di salute, spesso molto gravi, anche: DDT, insetticidi vari, purificatori d’aria nei W.C. ecc.
Nel testo “Cancro – Leucemia”, Breuss cita alcuni casi da lui risolti andando alla fonte dello stato di intossicazione organica da naftalina, la cui pesante presenza era stata rilevata attraverso l’osservazione iridologica.18
Il massaggio. Il metodo di massaggio Breuss si basa su questa teoria di Rudolf Breuss: “Non credo che esistano dischi intervertebrali consumati, ma soltanto schiacciati e disseccati. Provate per esempio a immaginare una spugna cubica di 50 cm di lato. Su questo dado si pone un peso di 50 kg. Il dado diverrebbe una piastrella sottile. Se il peso fosse lasciato lì per due mesi e poi tolto, la spugna rimarrebbe un piattello. Mettendoci però dell’acqua tornerebbe dell’altezza originaria. Ebbene, io mi comporto in modo analogo. Prima stiro, con delicatezza e senza procurare dolore, verso il basso la spina dorsale all’altezza dell’osso sacro (da 2 a 5 volte a seconda della robustezza della persona) finchè sento che la spina si allenta e distende, poi ci metto dell’olio di iperico che ha, sui dischi, lo stesso effetto dell’acqua sulle spugne. È come quando si toglie il peso dalla spugna…” (vedi: Il metodo Breuss in particolare, pg. 33)
Il metodo Dorn e il metodo Breuss
Il metodo Dorn è una disciplina bionaturale, sviluppata da Dieter Dorn circa 30 anni fa in Germania. Si tratta di un sistema manuale e ginnico che si propone di combattere e prevenire il mal di schiena. Dieter Dorn, (Germania, 13 agosto 1938 – 19 gennaio 2011), che gestiva una segheria per le fattorie della sua zona, cominciò a soffrire di sciatica a causa di uno sforzo effettuato sollevando un peso. Nella sua città c’era un vecchio “guaritore” popolare, che gli fece passare il dolore con alcuni semplici e innocui movimenti. A seguito di quell’esperienza, Dorn in 30 anni di ricerche ed esperimenti, sviluppò questo metodo, integrandolo anche con i principi della medicina cinese riguardanti l’energia interna, i meridiani, i punti di pressione e le connessioni tra colonna vertebrale e organi interni. Ora il metodo Dorn è diffuso anche al di fuori della Germania. La teoria del metodo è basata sulla correzione della diversa lunghezza di un arto inferiore rispetto all’altro. Le correzioni dei disallineamenti sono fatte “in maniera dinamica“. Secondo Dorn, i nostri muscoli provano sempre a mantenere stabili le posizioni delle articolazioni vertebrali e della spina e, quando queste posture sono sbagliate, i muscoli memorizzano la posizione errata come fosse quella corretta.
Durante il trattamento, l’operatore scorre con le dita lungo la spina dorsale del ricevente. Quando sente al tatto una zona o un punto più contratto, effettua una pressione delicata e progressiva, digitale o palmare, tra le apofisi spinose e trasverse delle vertebre corrispondenti. Contemporaneamente il ricevente (con braccia, gambe o collo) effettua delle piccole oscillazioni e respirazioni, che contribuiscono al riallineamento vertebrale, posturale e allo scioglimento delle tensioni muscolari ed energetiche nei punti trovati. Questo sistema non permette la pratica su patologie vertebrali critiche, le quali infatti non consentirebbero al ricevente di compiere i movimenti durante la seduta senza provare immediato dolore: in tal caso l’operatore di Dorn si astiene dal proseguire il trattamento, consigliando il ricevente di rivolgersi al medico specialista per accertamenti. Vale in generale il principio della mobilità non dolorosa da parte del ricevente, quindi il trattamento va escluso in presenza di patologie ossee, vertebrali o discali rilevanti, come ernie espulsa in stadio avanzato, spondilosi, spondilosi, spondilolisi, spondilolistesi, fratture recenti, osteoporosi, stati infiammatori acuti, osteoporosi (o solo con manovre lievi, previo accertamento medico), stati infiammatori acuti, sintomi di paralisi progressiva.
Analogamente sono previsti numerosi esercizi posturali eseguibili da soli, basati sugli stessi principi, che prevedono l’appoggio del ricevente ad oggetti comuni, come sedie, tavoli, stipiti delle porte, palline da tennis e così via, per simulare le mani di un operatore.19 La seduta di metodo Dorn viene spesso integrata con un massaggio Breuss. Il metodo Dorn seguito dal massaggio Breuss è un buon aiuto in caso di dolori muscolari, dolori lombari, cervicalgia e sciatica. Ha inoltre una funzione preventiva e di wellness, ciò secondo le indicazioni/preferenze dell’operatore e del ricevente.
Vista la specializzazione dei movimenti rivolti solo alla zona spinale, il metodo Breuss è il complemento ideale di una seduta di metodo Dorn.20 In questo caso, riduce quella lieve sensazione di stanchezza che il paziente potrebbe provare dopo aver collaborato con i suoi movimenti di gambe, braccia, testa.
Pertanto, nei seminari formativi per operatori, viene insegnata anche questa tecnica. Il metodo Breuss possiede ovviamente una propria ed importantissima individualità di applicazione, visto in primis il suo ottimo effetto rilassante. Sia per esperienza diretta che come professionisti a contatto con queste problematiche, spesso il dolore provato impedisce alla persona di eseguire anche i più semplici movimenti previsti da altri trattamenti o discipline. In questo senso il massaggio Breuss è assolutamente molto indicato in quanto richiede alla persona solo ed unicamente un atteggiamento di abbandono e rilassamento.
Chiunque lo abbia ricevuto testimonia circa l’unicità di questa tecnica, soprattutto dal punto di vista del rilassamento. Nell’arco di soli 20-30 minuti il ricevente cade spesso in uno stato di profondo torpore e in alcuni casi arriva all’addormentamento, risvegliandosi molto rilassato e calmo, il che rappresenta un risultato importante nel caso di tensioni psicosomatiche.
In sintesi è possibile affermare che, il massaggio Breuss, ottimo complemento per il riequilibrio della colonna vertebrale, è un trattamento molto dolce e morbido che allunga, rigenera, riallinea energizza ed equilibra la nostra schiena e tutte le vertebre.
Come si è detto, Rudof Breuss affermava che non esiste usura dei dischi intervertebrali, ma piuttosto una loro degenerazione ed era convinto che fosse possibile quindi rigenerarli. Ebbene i risultati che si ottengono con il massaggio Breuss sembrano avvalorare questa ipotesi. Per meglio comprendere: la nostra colonna è, come per ogni organismo vivente, sottoposta ad un continuo alternarsi di stress e sollievo. Ha bisogno di nutrimento, riposo, ma anche di “stress”, inteso come movimenti attivi che mantengano la sua forza e funzionalità.
Il “massaggio Breuss” in particolare: i principi, la tecnica e i benefici
I principi
Rudolf Breuss fu mosso, nel corso delle sue indagini e studi sulla sofferenza arrecata dalle ernie ai dischi intervertebrali, dalla volontà di giungere alla risoluzione del problema in maniera indolore e con delicatezza.
Per 10 anni studiò attraverso moltissime fonti, i disturbi di questo tipo alla colonna e, come lui stesso precisa, giunse alla soluzione senza però praticarla su alcuno.
L’occasione capitò grazie a due signore che, dopo essersi rivolte a lui, si sottoposero ai trattamenti di un chiropratico dietro indicazione dello stesso Breuss. Le signore tornarono da lui ed una delle due era assolutamente decisa ad interrompere i trattamenti a causa del dolore che questi ultimi le procuravano, mentre l’altra, dopo una dozzina di sedute, non aveva ottenuto alcun risultato.
Si trattò delle prime due pazienti di Breuss per quanto riguarda i trattamenti indolore da lui studiati per oltre 10 anni, ma non ancora fattivamente sperimentati. Con una sola seduta le due donne riacquistarono il benessere e da allora i casi risolti con successo si susseguirono. Moltissime in questo senso le testimonianze, tra cui quella di una suora non ancora trentenne cui era stata offerta la sola prospettiva si un corsetto apposito da indossare per tutta la vita, a causa della totale consumazione dei dischi intervertebrali. La donna si sottopose a tre trattamenti successivi e recuperò completamente.21
Il principio, tra gli altri importantissimi, che credo vada sottolineato è proprio rappresentato da questa costante ricerca da parte di Breuss del trattamento che non provochi dolore, ma che al contrario, apporti pressochè istantaneamente, ovviamente in relazione ai casi individuali, una sensazione di benessere. Penso infatti che, tra gli scopi della naturopatia nel senso più ampio del termine, debba assolutamente essere previsto oltre al conosciutissimo “primum non nocere” anche l’intervento che non implichi dolore, sofferenza ed eccessivo sacrificio. Può sembrare una osservazione banale, ma sia la costanza nelle pratiche naturopatiche che il loro effettivo beneficio, sono in grandissima parte alimentati dalla verifica dei risultati positivi su se stessi, i quali difficilmente nascono dal dolore e da una sofferta abnegazione nel seguirli!.
Come quindi già indicato al paragrafo: “La figura di Rudolf Breuss”, riportando le sue stesse parole, il principio base su cui il naturopata ha fondato le sue ricerche in questo particolare ambito, riguarda la constatazione che non esistono dischi intervertebrali consumati/degenerati, ma soltanto schiacciati e disseccati.
Si parte quindi dal meccanismo fisiologico di reidratazione dei dischi intervertebrali. Il nucleo polposo dei dischi è infatti costituito per la maggior parte da acqua. Fintanto che la colonna è sottoposta ad un carico di lavoro (anche durante le normali attività giornaliere), la compressione sui dischi ne provoca una de-idratazione. Invece quando riposiamo o eseguiamo qualsiasi esercizio posturale di “scarico” della colonna avviene il fenomeno inverso.
Il massaggio Breuss stimola, attraverso la sua particolare tecnica, la rigenerazione dei dischi intervertebrali stimolando il processo di auto guarigione.
La nutrizione dei dischi avviene infatti grazie ad un meccanismo assimilabile ad una specie di “pompaggio” (perfusione). Tramite esso si favorisce l’entrata e l’uscita di liquido attraverso l’anello fibroso del disco, consentendo una re-idratazione dei dischi e un afflusso di sostanze nutritive. Un esempio: al mattino quando ci svegliamo siamo leggermente più alti rispetto alla sera prima (!)… La spina infatti durante la notte si rilassata, assorbendo nei dischi i liquidi presenti nell’ organismo: anche per questo motivo è importante bere molta acqua durante il giorno. Grazie alla diminuzione delle tensioni muscolari profonde, l’effetto di scarico del trattamento Breuss sulla colonna è quindi assimilabile a quello di una notte di pieno sonno, con benefici effettivi in termini di diminuzione del disagio e del dolore.
L’intuizione di Breuss è stata definita geniale e da Breuss è stata denominata: risistemazione indolore della colonna vertebrale. Si tratta di un massaggio che viene effettuato con molta semplicità e delicatezza, fatto di rilassamento e distensione della muscolatura intervertebrale. Il massaggio Breuss si sviluppa due fasi: la prima “a secco”, la seconda avviene utilizzando l’olio di iperico, che ha proprietà riscaldanti ed energizzanti. Si parte stirando delicatamente e senza procurare dolore, verso il basso la parte della spina dorsale all’altezza dell’osso sacro.
Ciò fino al momento in cui si sente che la spina si allenta e si distende, quindi la schiena della persona viene unta con l’olio di iperico che ha, secondo Breuss, lo stesso effetto dell’acqua sulle spugne. Mediante questa distensione della spina, l’olio arriva ai dischi che si gonfiano come spugne bagnate. In questo modo, secondo gli studi di Breuss, le vertebre si rimettono al loro posto senza dolore. Mediante l’olio di iperico i dischi tornano al loro volume originario, le vertebre non possono più spostarsi, i nervi non sono più “incastrati” e la persona acquista il benessere.
Senza la preventiva distensione della colonna vertebrale però, l’olio di iperico è inefficace. Indipendentemente dai giudizi personali o di chi pensa che il tutto sia troppo semplice e rapido quello che conta sono le persone che non sapendo più a chi e cosa appellarsi hanno sperimentato questa tecnica che, se non apporta beneficio, non peggiora le cose. Ciò che conta sono, come sempre, i dati di fatto, le risoluzioni che si sono ottenute e le condizioni di recuperato e reale benessere.
Partendo dal presupposto della condivisione di esperienze di vita che possano essere di aiuto e supporto a tutti coloro che hanno vissuto per anni nella sofferenza senza vedere al loro orizzonte una speranza, duratura, di miglioramento. Moltissime le testimonianze in questo senso raccolte da Rudolf Breuss nel corso dei suoi anni di studio e lavoro.
Rudolf Breuss sviluppò quindi una serie di manovre “gentili” lungo la colonna che ne favoriscono l’ allungamento, il rilassamento e il riallineamento della stessa e dei relativi spazi intervertebrali. Nella sua idea originaria, c’era anche l’utilizzo per il trattamento del già citato olio di iperico o olio di San Giovanni (estratto oleoso di fiori di iperico) che, più specificamente, possiede proprietà antinfiammatorie, antinevralgiche e di ricostruzione tissutale. Breuss sosteneva quindi che, durante il trattamento, l’olio potesse penetrare fino all’interno del disco intervertebrale, reidratando e lenendo.22
Nella fase finale del trattamento Breuss aggiunse alcune cosiddette manovre di “mesmerizzazione”.
Breuss prese spunto, per sviluppare le sue teorie, dalle teorie del medico tedesco del Settecento Franz Anton Mesmer,23 il quale sosteneva che il funzionamento del corpo umano era garantito dalla circolazione armoniosa di un fluido attraverso di esso e che tale fluido fosse di origine magnetica (magnetismo animale). Tali teorie non furono mai accettate nel mondo medico e in seguito ripudiate dallo stesso Mesmer, ma oggi si può affermare fossero dotate di un’ interessante similitudine con le basi fondanti della medicina tradizionale cinese (il concetto di “qi” o energia interna, del quale ormai si parla sempre più anche in ambiente medico occidentale, in agopuntura, ad esempio).
In ogni caso Breuss applicò i principi del mesmerismo al proprio trattamento con molta serietà. Come verrà dettagliatamente descritto al paragrafo: “La tecnica”, si pone un foglio di carta velina lungo la schiena, lo si copre con un asciugamano e quindi l’operatore appoggia il palmo delle proprie mani diverse volte sulla schiena del ricevente, al fine di regolarizzare il flusso bio-magnetico lungo la colonna.
La sensazione è comunque quella di un piacevole e rilassante calore nei vari punti di appoggio. Tuttavia, anche rifiutando completamente ogni impostazione di tipo energetico, una spiegazione fisiologica della efficacia del gesto è possibile. Il corpo unto di olio del ricevente emana normalmente un suo proprio calore, la carta velina posta sopra, crea una zona calda e umida sotto di essa e lungo la colonna.
Il calore viene ulteriormente mantenuto ed accresciuto con l’appoggio delle mani dell’ operatore, che lentamente percorrono tutta la lunghezza della colonna. L’ambiente caldo umido favorisce la dilatazione dei pori (quindi l’olio penetra meglio nella pelle, favorendo l’effetto antinfiammatorio), i muscoli spinali si decontraggono e si prova una piacevole sensazione di rilassamento che agisce positivamente sulle tensioni di origine nervosa.
Tornando alle condizioni che sperimentiamo tutti e che, alla lunga, possono causare squilibri e disturbi vari, durante il giorno la colonna, e particolarmente i dischi, vengono compressi. Questo stress quotidiano viene “subito” dai dischi i quali fanno ciò per cui sono progettati: assorbono il peso e le sollecitazioni ogni volta che stiamo in piedi, camminiamo o sediamo. Per fare questo vengono compressi, perdono una parte dei liquidi e si assottigliano. Durante il sonno, o tramite esercizi di scarico vertebrale, la colonna si rilassa e si allunga, i dischi si rigenerano riassorbendo i liquidi che hanno perso durante il giorno, come sempre sottolineato da Breuss. Tuttavia questo meccanismo è negativamente alterato ogni volta che il nostro metabolismo è sbilanciato o modificato per qualche ragione.
Il massaggio Breuss è un massaggio alla schiena nel senso più “classico” del termine, con alcune particolarità. È classico perché, a differenza del trattamento Dorn, al paziente non è richiesto di collaborare, ma solo di rilassarsi.24
Una delle particolarità è che il massaggio Breuss tralascia le aree laterali della schiena per concentrarsi maggiormente sulla spina dorsale, che viene distesa e tonificata.
L’altra particolarità è che non si tratta di una semplice manipolazione, bensì un trattamento energetico: con opportune manovre, l’operatore raccoglie l’energia negativa accumulata nella schiena e la disperde, ottenendo come risultato un notevole rilassamento e una gradevole sensazione di benessere.
La fase più sottile del massaggio prevede l’utilizzo di un foglio di carta seta (carta velina) da stendere lungo la schiena (abbondantemente unta) del ricevente. Le mani dell’operatore sono mantenute a contatto, di volta in volta, lungo l’intera colonna.
I sostenitori del metodo avanzano due spiegazioni per questa manovra, già brevemente accennate, una di tipo energetico una di tipo biochimico. In sintesi e ricapitolando:
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Dal punto di vista energetico (secondo quanto intendeva il suo ideatore) il massaggio Breuss comporterebbe quindi una mesmerizzazione (magnetizzazione) del ricevente attraverso il biomagnetismo delle mani dell’operatore. La carta servirebbe quindi come isolante per l’operatore. Questo biomagnetismo contribuirebbe a sciogliere le tensioni e i dolori della colonna.
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Dal punto di vista biochimico, la carta crea un ambiente caldo umido con la cute del ricevente. Il calore viene in parte dal corpo del ricevente, in parte dalle mani appoggiate dell’operatore, mentre sotto la carta l’olio contribuisce a creare un microclima umido. In sostanza si forma un piccolo “effetto serra” lungo la schiena del ricevente, che, riscaldandosi e idratandosi, rilascerebbe le tensioni muscolari e di conseguenza il dolore.
Come tutte le discipline bionaturali il massaggio Breuss non costituisce un sostituto delle terapie mediche ufficiali, della fisioterapia, della chiropratica, dell’osteopatia. I movimenti imparati non costituiscono da soli una terapia, né consentono di emettere diagnosi. Per disturbi o malattie ricorrenti e che non si risolvono tramite questo tipo di trattamento, è necessario comunque sempre rivolgersi ad un medico specialista. Fondamentale anche per ciò che riguarda i trattamenti alternativi, contattare persone di provata preparazione tecnica in questo campo, che sapranno sicuramente valutare ogni caso e situazione con la dovuta professionalità e cautela.
Essendo essenzialmente un metodo atto a promuovere il benessere, viene applicato come trattamento di welness, in ambito fisiologico e non patologico.
Tecnicamente il massaggio Breuss si avvale di una completa gamma di manipolazioni: sfioramento, trazione, vibrazione, impastamento, pressione locale, pressione scivolata, frizione, percussione, allungamento, scollamento. I suoi movimenti sono fluidi, avvolgenti, circolari, lunghi. Avvolgono e fasciano l’intera superficie della colonna dando una straordinaria sensazione di benessere, di scioltezza articolare e di calma. È un massaggio che, tra gli altri effetti, modella il corpo e lo ringiovanisce.
Questa tecnica di massaggio consente di intervenire per via riflessa sugli organi interni e di ridurre ed eliminare le situazione di stress e di tensione causati da una mal posizione vertebrale.
Circa le proprietà e l’effetto dell’olio di iperico25 nel corso del trattamento messo a punto da Breuss, il fine consiste nel creare quella distensione che consenta di rimettere le vertebre al loro posto senza dolore. Riguardo a quest’ultimo punto Breuss fornisce un altro esempio: se una catena viene tesa non si possono spostare i singoli anelli. Se invece la catena è allentata ciò è possibile. Se mediante l’olio i dischi tornano al loro volume originario, le vertebre non possono più spostarsi, i nervi non sono più incastrati e il paziente sta bene. Senza la preventiva distensione della colonna vertebrale l’olio di iperico risulta inefficace. Queste le considerazioni di Breuss riguardo al suo metodo di massaggio e all’impiego dell’olio di iperico.
Secondo le obiezioni sollevate a proposito di quest’ultimo non avverrebbe infatti tanto un processo di questo tipo attraverso l’olio di iperico, ma le manovre effettuate distenderebbero e ammorbidirebbero la muscolatura profonda della colonna, permettendo uno “scarico” benefico per la reidratazione naturale dei liquidi organici. L’olio poi ha effettivamente le proprietà sopra elencate, per cui svolge la sua positiva azione comunque, ma a livello dermico e muscolare.
Circa l’azione dell’olio di iperico in questo particolare trattamento, da citare anche la testimonianza del naturopata Umberto Cinquegrana, autore del testo “Prontuario di Medicina Naturale”. In questo testo Cinquegrana riserva grande spazio alla figura di Rudolf Breuss ed alle sue indicazioni sia per quanto riguarda le tecniche di massaggio che per la cura anti-cancro. Cinquegrana in ritiene che i massaggi con olio di iperico, praticati con grande delicatezza, prudenza ed attenzione, agiscano specialmente sulle fasce dorsali muscolari, decontratturandole. L’effetto spasmolitico a carico dei muscoli dorsali si riflette sicuramente sulle vertebre, mediante le inserzioni che su di esse hanno le fasce muscolari dorsali per cui si avrebbe, in questo caso, un processo inverso a quello che si determina nel tempo, quando si ha sofferenza discale.
Questa la concatenazione di eventi ipotizzata da Cinquegrana riguardo le dinamiche e le fasi tecniche di questo massaggio: il massaggio distende i muscoli dorsali, li de contrae e modifica il tono di tensione delle inserzioni muscolari sulle vertebre le quali comprimono il disco. Si allenta così questa sorta di presa, facilitando la retrusione del disco. Nel contempo si potrebbe avere anche l’altra azione, ipotizzata da Breuss (così scrive Cinquegrana), del ritorno del disco alla forma originaria, un ritorno agevolato dall’allontanamento delle vertebre comprimenti.
Si verificherebbe quindi l’azione combinata della reidratazione del disco schiacciato e del contemporaneo allontanamento delle vertebre, che attanagliano il disco.
Queste ipotesi, secondo Cinquegrana, sottintendono una fondamentale integrità del disco, suppongono cioè che non sia malato, avendo subito processi anche gravi di degenerazione, ma è necessario che si presenti solo deformato in quanto schiacciato.26
L’olio rosso d’iperico, unguento così importante di trattamento secondo Breuss, è un prezioso rimedio naturale da tenere sempre in casa. Ha un’ottima azione cicatrizzante, lenitiva e antisettica che può essere d’aiuto in moltissime situazioni. Trova impiego nelle ustioni di 1° grado, nelle irritazioni da sole, nelle piaghe da decubito, nelle ferite, nelle dermatiti desquamanti, nei reumatismi muscolari, nelle ulcere varicose (sulle varici come preventivo) e trofiche. Per via interna, funge da protettivo e curativo della mucosa gastrica ed è indicato nella gastrite e nell’ulcera.27 In quest’ultimo caso, viene consigliata ì da alcuni l’assunzione di un cucchiaio colmo la mattina a digiuno. Nelle infiammazioni del colon e nelle emorroidi interne, è possibile fare un piccolo clistere tiepido serale da trattenere tutta la notte. Per la preparazione dell’olio, si devono usare le sommità fiorite appena raccolte. Il prodotto finale è un olio di un bel colore rosso rubino.
Poiché utilizza un tocco leggerissimo, unito alla centratura e all’amore del tocco, il metodo di massaggio Breuss, può essere indicato anche in casi in cui altri metodi, quali manipolazioni o massaggi vigorosi, risultano inapplicabili. Con il suo effetto estremamente rilassante, produce una riarmonizzazione energetica dell’intero organismo, favorendo l’emergere spontaneo di immagini interiori che ricollegano al sentire profondo.
È possibile affermare quindi che il massaggio Breuss:
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Dona sollievo per numerosi problemi della schiena, come dolori dorsali, lombari, sciatica, colpo della strega, protrusioni, schiacciamenti etc.
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Stimola l’elasticità del corpo e favorisce un conseguente miglior allineamento posturale.
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Allevia le tensioni e consente di creare una base di rilassamento e uno spazio per sé.
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Attiva la capacità di autoguarigione dell’organismo (anche in conseguenza delle stimolazioni per via riflessa).
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Consente un più veloce recupero delle energie psicofisiche.
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La sensazione finale è di avere la colonna più forte, una migliorata postura e un maggior contatto col proprio corpo e col proprio sentire, oltre ad un aumentato benessere generale.
Ritengo illuminante, per comprendere appieno l’efficacia del massaggio Breuss, il paragone, accennato all’inizio di questo paragrafo, con il sonno. Tutti sappiamo infatti quale momento ritemprante e ristoratore possa essere quando realmente sereno e profondo! Questa tecnica di massaggio, interamente dedicata alla colonna vertebrale, agisce in modo molto simile al riposo notturno, fase in cui i dischi riassorbono i liquidi persi durante il giorno, allunga, rigenera, riallinea, energizza ed equilibra la spina dorsale. In poche parole è possibile affermare che il massaggio Breuss alla colonna vertebrale è un metodo manuale energetico di grande sensibilità efficace per sciogliere vecchi blocchi a livello fisico, energetico, spirituale ed emotivo.
La tecnica28
La posizione del paziente deve essere assolutamente rilassata e senza tensioni, bocconi, mento sporgente dal lettino. Posizione da assumere in modo che la nuca sia perfettamente diritta.
Il paziente terrà il braccio all’indietro lungo il corpo, in maniera rilassata. Mani rilassate, palmo rivolto verso l’interno e verso l’alto. I piedi verranno tenuti leggermente divaricati ed un po’ sollevati (mettere un cuscino basso sotto le gambe e, a seconda della conformazione della persona, uno alto sotto il ventre). I glutei saranno assolutamente rilassati. Importante controllare frequentemente il rilassamento della persona sottoposta al massaggio.
Il massaggiatore si collocherà a destra, se destroso, a sinistra, se mancino, per la magnetizzazione.
1. Prova del dolore: tastare con le dita la colonna vertebrale lombare e l’osso sacro. Nel caso accusi dolore, significa che c’è osteoporosi. In questo caso non si può procedere né massaggiare.
2. Stirare: trazione col palmo delle mani sull’osso sacro verso il basso fin oltre il coccige. Le dita della mano del massaggiatore sono rivolte verso i piedi del paziente
La colonna vertebrale verrà trattata tra il dito indice ed il medio dalla mano che massaggia. L’altra mano sta trasversalmente davanti alla mano che massaggia ed impedisce repentini scivolamenti.
Staccare molto lentamente la trazione nella parte finale più bassa del coccige, in modo che non possa verificarsi nessun colpo di frusta sulla colonna vertebrale.
La pressione del palmo è una questione di sensibilità, a seconda del paziente. Osservare il paziente. Ripetere il procedimento di stiratura a secco da tre a sei volte.
3. Oliatura: ungere bene la colonna vertebrale per tutta la sua lunghezza attorno alle vertebre con olio di iperico.
Nel frattempo fare attenzione che il paziente sia completamente rilassato, specialmente a livello dei glutei e nella parte spalle-nuca.
4. Messa a punto: stirare verso il basso con il palmo delle mani. La colonna vertebrale si trova, come una guida, tra l’indice e il medio. Le dita della mano che massaggia sono orientate verso i piedi del paziente. L’altra mano viene posta trasversalmente davanti a questa per non scivolare. Procedere dividendo la colonna vertebrale a settori e massaggiare ognuno più volte (da quattro a otto) dal coccige fino alla nuca (collo-tratto cervicale). Continuare il passaggio partendo dalla nuca e procedendo tutto di seguito, verso il basso, fino oltre il coccige e lasciar andare lentamente, in modo da evitare il colpo di frusta.
5. Massaggio: eseguire con entrambe le mani e le dita tese. Le dita della mano che massaggia sono rivolte ora verso la testa del paziente. Iniziare in modo circolare sui glutei, procedere a tratti verso l’alto fino alla nuca.
Fare dei cerchi procedendo esternamente, poi verso l’alto e quindi lunga la colonna (all’interno) verso il basso. In quest’ultimo passaggio (verso il basso) tutte le dita scivolano a destra e a sinistra della colonna vertebrale. Eseguire l’intero massaggio da quattro a dieci volte. In caso di sciatica non massaggiare assolutamente la zona oltre i glutei verso il basso.
6.Tirare: con entrambe le mani, una dopo l’altra, massaggiare verso la testa, quindi spostarsi alla testa del massaggiato e con le dita rivolte verso il basso massaggiare le vertebre del collo. Gli indici tastano ogni volta nella cavità della nuca e scivolano poi come guida accanto alla colonna vertebrale (spalle). Le dita medie provvedono alla messa a punto. Non lasciar andare bruscamente nella regione bassa (per evitare il colpo di frusta).
7. Disposizione della carta: mettere sull’intera colonna vertebrale una carta velina (= strato isolante del condensatore) larga circa 20 (30) cm e lunga 60 cm (dimensioni da stabilire a seconda della corporatura del massaggiato).
8. Sfiorare: da tre a sei volte con entrambe le mani scambievolmente dall’alto verso il basso con fregagioni ininterrotte nel mezzo della colonna vertebrale fino oltre i glutei. Terminare i tratti in forma circolare nell’aria. Magnetizzazione.
9. Scioglimento delle contratture: porre strisce di carta sul capo e sulla nuca. Sfregare con entrambe le mani scambievolmente a strattoni con brevi tratti dall’alto verso il basso.
La carta deve spostarsi contemporaneamente con le sfregature (magnetismo) (allenarsi!). Terminare con singoli tratti circolari nell’aria. Disperdere (scaricando) oltre i piedi del paziente (arieggiare = scuotere la carta).
10. Carta ed asciugamano: disporre sull’intera colonna vertebrale. Il corpo, la carta, l’asciugamano, le mani, fanno da condensatore. Le mani assorbono e scaricano.
11. a. Magnetizzare: posare le mani rilassate – concentrazione spirituale del magnetizzatore: la forza guaritrice viene da Dio. È la consapevolezza della preghiera (vedi al termine di questo lavoro). Per il paziente deve insorgere un piacevole calore.
b. Porre le mani nel mezzo della colonna vertebrale – le dita verso la testa. A tratti, dal coccige fino alle vertebre del collo, verso l’alto. Scaricare nell’aria ogni passaggio, oltre i piedi del paziente.
La mano sinistra è posta su: La mano desta è posta su:
osso sacro colonna vertebrale lombare (per i destrosi)
colonna vertebrale lombare colonna vertebrale inferiore
vertebre dorsali inferiori colonna vertebrale superiore
vertebre dorsali superiori nuca
nuca vertebre del collo
Durata di questa posizione: circa un minuto, finchè la sensazione di calore arriva distintamente.
Concentrazione – preghiera (vedi al termine di questo lavoro). Scaricare ogni tratto oltre i piedi.
c. Le mani vicino alla colonna vertebrale – direzione pari – dita verso la testa.
Le dita di entrambe le mani non si devono toccare a causa del cortocircuito magnetico.
Magnetizzare prevalentemente sull’osso sacro e sulla colonna lombare.
Scaricare ogni tratto circolare oltre i piedi del paziente.
12. Stiratura dell’osso sacro: togliere asciugamano e carta.
Ripetere alcune volte il procedimento di stiratura, come descritto al punto 2.
13. Lavarsi bene le mani con sapone e molta acqua fredda corrente, a causa delle possibili rimanenze magnetiche.
14. Calma: il paziente deve riposare coperto e comodo per un po’ (circa 10 minuti).
Nel passaggio finale è opportuno rimanere qualche minuto in silenzio. L’operatore appoggerà leggermente le mani sopra la colonna vertebrale della persona (coperta) e mentalmente reciterà la preghiera (vedi al termine del lavoro). Questo approccio mette in particolare evidenza il concetto di spiritualità e scambio energetico proprio anche del massaggio Breuss.
È importante che l’operatore non colleghi mai le proprie mani con una posizione di chiusura per non bloccare ed ostacolare questo scambio e flusso energetico. Quest’ultimo elemento è comune a tutte le tecniche manipolative, compresa la riflessologia plantare.
Tutti i passaggi di questo metodo di massaggio sono stati attentamente studiati per rispondere infatti anche ad un discorso di carattere energetico.
I benefici
La colonna vertebrale ha un ruolo chiave nello sviluppo di una condizione generale di salute. Se è sana ed agile può lavorare correttamente e svolgere la sua funzione di sostegno con facilità.
Un cattivo atteggiamento posturale e la mancanza di movimento alla lunga danneggiano la flessibilità, con il risultato di provocare un indebolimento e persino la perdita dell’assetto normale di allineamento a causa della tensione accumulata, con il rischio di incorrere in danni anche seri e in un precoce deterioramento. È indispensabile perciò mantenere l’energia, la flessibilità e l’equilibrio della colonna. Le vertebre di coloro che hanno accumulato tensioni creano una corazza muscolare o dei blocchi. Esercizi particolari e il massaggio Breuss hanno la funzione di rilassare i muscoli intervertebrali armonizzando l’intera colonna vertebrale. Il massaggio Breuss allunga la muscolatura della colonna e scarica i dischi intervertebrali che quindi vengono nutriti attraverso il riassorbimento dei liquidi. In questo stato di rilassamento la colonna può anche essere riallineata, in maniera sicura e indolore. Il trattamento facilita il processo di rigenerazione e bilanciamento del flusso di energia che transita lungo la colonna, in modo che i blocchi sia fisici che energetici vengano risolti.
In relazione ai tanti benefici che vengono apportati da questa tecnica di massaggio, ritengo opportuno riportare alcuni stralci di un interessante articolo a firma Elena Pellegrini apparso in data 1/03/2005 su: “Giornale del Garda” (rubrica Ambiente) e riportato dal sito www.metodobreuss.it.:
Come risistemare in modo indolore la colonna vertebrale (da dove?)
Intrigante come titolo? Stiamo parlando di manipolazione fisica, di massaggi, per intenderci.
In verità molto meno “effetto placebo” di quanto si possa sospettare, molta più perizia tecnica e profonda conoscenza del corpo umano. Rudolf Breuss, che fra l’altro ha ipotizzato in uno dei suoi scritti la curabilità di mali ben più gravi del colpo della strega o di un’ernia al disco, ricorrendo semplicemente a metodologie naturali (uno dei tanti?) è il padre di questa meravigliosa tecnica-panacea per i dolori di schiena. E qui si parla con cognizione di causa. Ogni singolo momento del massaggio, dalla diagnostica fino alla fase conclusiva che prevede il rilassamento, è un’operazione benefica per la nostra provatissima colonna: si parte dalla prova del dolore, per verificare le problematiche esistenti, per poi passare alla stiratura a secco, l’oliatura, la messa a punto, il massaggio di raccolta e via di seguito. A parte il linguaggio automobilistico, cosa c’è di originale? Lo strumento utilizzato: carta velina oleata, intesa come strato isolante del condensatore, ottimo mezzo per magnetizzare e quindi sciogliere i crampi. L’operatore stende e sfrega, piega e solleva la carta, posizionata sulle varie parti del corpo su cui si intende agire in modo sapiente e preciso e questo provoca lo scioglimento di tensioni e l’assestamento dei nervi accavallati. Ma non solo. La stiratura dell’osso sacro poi, garantito, è davvero piacevolissima. Vi rialzate, dopo quasi un’ora di operosa inattività, rilassatissimi e senza indolenzimenti. Parola di chi, per amore di cronaca, si è sottoposta per fornire testimonianza veritiera!”
Chi soffre perciò di ernie discali dirà addio a quei fastidiosi dolori pungenti o brucianti come le sciatalgie. Con questi dolci movimenti l’ernia avrà la possibilità di rientrare naturalmente. Ottimo anche per chi soffre di stenosi lombare e colpi della strega. Quindi: mal di schiena, problemi intervertebrali, ernie discali, sciatica, lombalgia, tensioni nel collo spalle, mal di schiena, mal di testa, distonie del sistema nervoso (ansia, stress, insonnia), inclinazione pelvica. Potranno trovare soluzione problemi di tensioni, torsioni, e trazioni innaturali. Il massaggio Breuss può essere inoltre molto valido per coadiuvare l’eliminazione di disturbi ricorrenti dovuti allo squilibrio della colonna stessa, in particolare: cefalee, problemi al tratto cervicale, o disagi a causa di nervi ipersollecitati.
Tra le controindicazioni: osteoporosi, sciatica acuta (dopo circa 7 giorni è possibile iniziare con un massaggio leggero), infiammazione in fase acuta a causa di un’ernia. In generale il principio è questo: si disinfiamma e quindi si procede. È possibile asserire che, in generale, sono controindicate tutte le situazioni di infiammazione al massimo del loro apice.
Tra coloro che, mettendo in pratica con costanza e cura le indicazioni di Rudolf Breuss hanno ottenuto risultati molto positivi, vorrei ancora fare riferimento alla positiva opinione del già citato naturopata e ricercatore Umberto Cinquegrana. Nel suo testo “Prontuario di Medicina Naturale”, Cinquegrana, oltre a confermare i benefici del massaggio attraverso la propria esperienza, considera determinanti, al fine di considerare il metodo Breuss una importante tecnica di intervento sulla colonna vertebrale al di là dei principi teorici, le innumerevoli ed entusiaste testimonianze raccolte da Breuss stesso nel corso degli anni.
Tutte i casi risolti confermano che: nello stato di rilassamento indotto dal massaggio, la colonna può anche essere riallineata, in maniera sicura e indolore. Le manovre energetiche inoltre aiutano il processo di rigenerazione e bilanciamento del flusso di energia che transita lungo la colonna, in modo che i blocchi sia fisici che energetici e spirituali vengano risolti.
Conclusioni
Il XXI secolo è il secolo della scienza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato: la salute e la durata della vita di un individuo dipendono per il 60% da se stesso, per il 15% da fattori ereditari, per il 10% da fattori sociali, per l’8% dalle cure mediche, per il 7% dalle condizioni climatiche. Oggi la condizione di sub-salute, che sta ad indicare quella condizione a metà tra la salute e la malattia, è un fenomeno estremamente comune. Nel mondo una grossa fascia di popolazione di età compresa tra i 30 e i 45 anni si trova in uno stato di sub-salute, tra la popolazione cittadina la percentuale può arrivare anche al 70%. Inoltre negli ultimi anni questo fenomeno ha iniziato ad interessare anche individui giovani, che a causa della pesantezza degli studi, dello studio attraverso il pc, e dell’uso dei sistemi informatici, spesso cadono in questa condizione di sub-salute. Le donne ne soffrono in numero maggiore rispetto agli uomini, mentre da un punto di vista professionale sono i cosiddetti “colletti bianchi”, che svolgono un lavoro di ufficio, ad essere i più colpiti. Ciò accade soprattutto in lavoratori che per lunghi periodi vivono in condizione di sottomissione, e vivono ad esempio in modo stressante il rapporto con i dirigenti di impresa. Ciò provoca a lungo andare stanchezza mentale, fisica e affaticamento cronico della colonna vertebrale.
Quando la condizione di sub-salute si protrae per troppo tempo influisce direttamente sui sistemi: nervoso, immunitario e perfino endocrino, che a lungo andare possono ammalarsi. L’esperienza clinica dimostra che problemi quali collo irrigidito, vertigini, mal di testa, nausea, vomito, palpitazioni, sindrome di Ménière, malattie coronariche, patologie cardiocircolatorie e cerebrovascolari, etc, possono a volte essere causate da un disallineamento di un corpo vertebrale. A sua volta quest’ultimo può causare pressione e schiacciamento dei nervi, dei vasi sanguigni, o una riduzione dell’ampiezza del canale vertebrale. I ricercatori hanno scoperto che il 25% circa degli individui di età intorno ai 40 anni soffre di patologie del tratto cervicale.
La percentuale sale al 50% se andiamo verso i 50 anni, per arrivare al 100% nella fascia di età compresa tra i 60 e i 70 anni. Se si considerano poi problemi del tratto vertebrale toracico o lombare troviamo più o meno la stessa situazione. È chiaro quindi che le patologie riguardanti le articolazioni della colonna vertebrale sono parte di una condizione di sub-salute molto frequente e sempre crescente. Da questo l’urgenza di un servizio di prevenzione e di mantenimento dello stato di benessere dell’individuo.
Il corpo umano è un grande sistema organico, completo e globale. Il sistema nervoso centrale con il midollo, le 31 paia di nervi spinali che partono dal midollo, appartengono tutti alla “sovrastruttura del corpo”. I 4 arti e le ossa, i cinque organi di senso, i cinque organi pieni zang e i sei visceri fu e la rete dei meridiani secondo la medicina tradizionale cinese, la pelle e i muscoli, i legamenti, la linfa, le secrezioni endocrine etc, costituiscono invece la “base economica” del nostro corpo.
Le vertebre (e tutta la colonna vertebrale) costituiscono la parte fondamentale dell’apparato locomotore. La colonna sostiene il carico di tutto il corpo ed è il centro dell’equilibrio e del collegamento del cervello proprio con i cinque organi di senso, i quattro arti, i muscoli, i legamenti, le ossa e gli zangfu.29 La colonna svolge inoltre l’importantissima funzione di protezione del midollo, dei nervi spinali, delle arterie cervicali e delle arterie spinali. È possibile quindi affermare che essa costituisce sia una parte della “sovrastruttura del corpo”, sia il centro della sua “base economica”.
L’uomo, nel passaggio alla posizione eretta, sebbene abbia assunto una forma e una funzione fisiologica perfette, tuttavia ha mantenuto la struttura della colonna vertebrale di un animale. La forma è la base materiale della funzione degli organi interni e le alterazioni funzionali possono influenzare lo sviluppo delle strutture morfologiche degli organi fino ad arrivare a squilibri energetici ed organici molto importanti. Quest’ultimo e un punto estremamente importante e da tenere in grande considerazione da parte di tutti, fin da giovanissimi!
Il corpo umano è sotto il controllo del Sistema Nervoso Centrale che, attraverso determinate strutture e funzioni, costituisce una trama organica globale collegata a tutto il corpo. Ogni alterazione delle piccole strutture implica necessariamente una regolazione di tutto il sistema corporeo. Importanti sono quindi le tecniche di stimolazione riflessa e massaggio che agiscono direttamente su di esse, in quanto orientate al riequilibrio organico in toto. Tale azione per via riflessa viene compiuta attraverso varie metodiche.
In queste pagine è stato sottolineato più volte che la colonna vertebrale è l’asse portante del corpo umano. Può effettuare movimenti di rotazione sul suo asse, sopporta il carico di tutto il corpo a diversi livelli e compie movimenti di estensione, curvatura laterale, torsione, subendo anche forze trasversali. Tutto ciò richiede un mantenimento dell’equilibrio poiché, come sappiamo, è molto facile che si creino condizioni di sbilanciamento del corpo. È quindi necessario che ogni singola vertebra mantenga uno stato di armonia sia da un punto di vista strutturale e di forma, che nel rapporto con i legamenti, i tendini e i muscoli circostanti. Se per un periodo prolungato si ripete sempre uno stesso movimento si può verificare una sorta di condizione di “stanchezza cronica” anche a livello dei muscoli e delle vertebre. Situazione questa da tenere sotto controllo per evitare possibili futuri e più gravi scompensi.
Tensione, rigidità, debolezza, dolori acuti o cronici alla schiena possono derivare da: scarsa flessibilità, assetto posturale scorretto, traumi a seguito di cadute o incidenti, vari altri tipi di stress derivanti dalla sfera professionale o da quella emotiva. Ne consegue un accumulo di tensione nella muscolatura e l’insorgenza di ristagni, blocchi, o deviazioni dei meridiani della schiena. Anche la circolazione risulta impedita e le sostanze di rifiuto del metabolismo non possono essere rimosse come dovrebbero dal sangue, con la conseguenza che lo squilibrio permane nell’area affetta dal disturbo. Inoltre, quando una regione della schiena è in tensione, il corpo cerca immediatamente di compensare la rigidità di quell’area trasferendo il suo carico di lavoro in un’altra zona, allo scopo di alleviare la tensione e la fatica che insorgono anche solo per compiere i comuni movimenti di ogni giorno. Ma questo tentativo di reazione a lungo andare si trasforma in un ampliamento dell’area sofferente, aggravando il problema. È importante intervenire sul mal di schiena non appena si fa sentire. Mantenere la colonna e la muscolatura della schiena forti e flessibili diventa perciò della massima importanza, ciò per la fondamentale relazione, di cui si è già detto, tra: segmenti nervosi – organi – meridiani di tutto il corpo.
Sui muscoli del dorso vi sono quindi punti che hanno un rapporto diretto con tutti gli organi interni e con le relative funzioni. Questi punti sono detti “Punti di Entrata” o “Punti Yu”. Ecco la ragione per la quale il lavoro di armonizzazione e tonificazione della colonna si riflette con effetti benefici su tutti gli organi. Si può dire in generale che più è sana la colonna, migliore è lo stato di salute globale di una persona.
Credo che nel massaggio Breuss siano presenti forse tutti gli elementi di cui si è parlato e che concorrono a fare di questo trattamento di intervento sulla persona, un metodo completo ed efficace. Si tratta di un intervento diretto sul fisico attraverso il contatto delle dita con le vertebre, ma è anche una pratica fatta di concentrazione e pause, rispetto della persona e silenzi. Un’ unione di fisico, energia e spiritualità coniugato alla tecnica. Importante infatti il passaggio, previsto a fine trattamento, nel momento in cui si procede con un movimento a chiudere sulla schiena coperta della persona. In silenzio e con le mani sulla schiena della persona, si pronuncia mentalmente una preghiera.
Si tratta in conclusione di un trattamento morbido e dolce, ma energico ed efficace allo stesso tempo, che allunga e distende profondamente la muscolatura della colonna, con l’utilizzo di un olio naturale a base di iperico.
Ogni persona quindi, in base alla propria sensibilità ed individualità, troverà poi nelle sapienti manovre di questo approccio completo ed efficace, la chiave di accesso maggiormente vicina al proprio personale disagio e specificità.
Molte le testimonianze circa i benefici apportati da questa tecnica di massaggio.
Tra le tante, la seguente, breve ma molto significativa, a favore di questa tecnica. Il massaggio Breuss è stata definito: “l’anello mancante tra la diagnosi emotivamente invalidante e un progetto terapeutico che, quando viene consigliato, prevede immobilità e antinfiammatori, cortisone e quant’altro con notevoli effetti collaterali per l’equilibrio del paziente”. (da: www.sinergieitalia.com)
Penso infine sia molto importante sottolineare, anche per l’aggravarsi del fenomeno negli ultimi anni, il beneficio che tale massaggio può apportare nel caso di problematiche alla colonna (scoliosi) in bambini e giovanissimi. In questo senso, lo scorso novembre, è stata tenuta a Lavarone (Trento) una conferenza sull’importanza del massaggio Breuss, in questo caso in associazione con il metodo Dorn, per correggere la scoliosi del bambini (21 ottobre scorso. Fonte: www.trentinocorrierealpi/cronaca.it. Titolo della conferenza: “Bye bye mal di schiena”). In tale occasione è stato quindi illustrato il beneficio di queste tecniche come supporto per le problematiche accennate. Ciò a testimonianza dell’efficacia di tale tecnica per quanto riguarda le disarmonie e i disagi alla colonna, anche di giovanissimi, e in vista di un corretto intervento a carattere preventivo.
Veramente molto significativa infine, per i punti che va a toccare approfondendo l’importanza del “tocco” della mani, quanto scrive Francesco Gaulerzi in un articolo apparso lo scorso luglio su: www.beneinsieme.org:
“…la sovrabbondante disponibilità tecnica e informativa ci porta normalmente ad utilizzare sempre meno uno dei due elementi della combinazione vincente che ci ha portato fino a qui… le mani. Viviamo nell’ “era digitale”: i gesti sono sempre più semplificati, essenziali, si fanno appunto con un solo dito. Per fare le cose, per interagire con l’ambiente e la materia ci serviamo sempre più di mezzi intermedi che agiscono per conto nostro. Il cervello pensa e ordina, la tecnologia esegue.
La mano interviene solo a schiacciare i pulsanti. Per non parlare dei comandi vocali, o delle fotocellule. Tutto bene, è il progresso. Quello che forse conviene notare è che il tatto, il tocco e più in generale il contatto fisico con la realtà sembra essere piuttosto affievolito, sempre meno presente nel nostro vivere. Persino nei rapporti interpersonali ci si limita a strette di mano fugaci, mentre ad esempio gli abbracci sono riservati ai rapporti più confidenziali e anche qui a volte non così sovente.
La ricerca del contatto, di una dimensione atavica che inconsciamente sentiamo nostra, ci spinge pertanto verso le discipline del massaggio, di varie origini e stili. Il benessere che ne riceviamo va oltre il semplice senso di relax, o del sollievo dalle tensioni muscolari. Ricevere un massaggio, indipendentemente dal genere, è un po’ come fare un viaggio nel tempo: ritorniamo a dimensioni primordiali e talvolta addirittura fetali. Nella pancia della mamma eravamo infatti continuamente cullati da sensazioni corporee che colmavano tutta la nostra esistenza.
Il massaggio Breuss ci permette di compensare la sete istintiva di contatto, essendo un trattamento molto delicato che pure arriva e trasmette messaggi benefici al nostro animo più profondo.”
Conclusione di questa significativa testimonianza e del breve viaggio compiuto nelle pagine precedenti, può essere solo la preghiera che Rudolf Breuss ha incluso a fine trattamento come fondamentale momento di raccoglimento da parte dell’operatore in unione energetica con la persona sottoposto al massaggio:
“Dio onnipotente ed eterno, Dio creatore del cielo e della terra, ti chiedo, in nome del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, Tuo amatissimo figlio, per questo Tuo figlio salute per il corpo e per l’anima, soprattutto per la sua anima.”
Rudolf Breuss
Bibliografia
A.A.V.V., Enciclopedia Della salute, RCS Editore
F. Bino (a cura di), Riflessologia (punti di energia e di salute), KeyBook
R. Breuss, Cancro –Lleucemia. Consigli per la prevenzione e cura di molte malattie, Fanny Baccichetti Edizioni
U. Cinquegrana, Prontuario di Medicina Naturale, Edizioni Manna, Napoli, 2001
Che Ta-hung, Esercizi terapeutici cinesi. Il Tao della salute, Red edizioni
S. Fiocca, Fondamenti di anatomia e fisiologia umana, Sorbona Edizioni
C. Franceschini, Biopsicologia tantrica, Ananda Marga Pubblicazioni, Verona, 2005
D. Lo Rito, M. Lusa, L’Iridologia nel tempo – Storia dell’iridologia. Il Cronorischio, Edizioni Accademia Nazionale di Scienze Naturoigienistiche G. Galilei, Trento
M. Reed Gach, C. Marco, Acu-Yoga, tecniche di auto trattamento digitale, Ed. Mediterranee
C. Trevisani, La reflessologia naturopatica, Edizioni Enea
Note
1 Fonte: www.metodobreuss.it
2 La Sig.ra Gianna Saccon pratica i trattamenti di massaggio Breuss e insegna questa tecnica tramandando i principi e la tecnica che ne sono propri, così come espressi e applicati dallo stesso Rudolf Breuss.
3 Sushumna (descritto come di colore rosso fuoco) è situato nel canale cerebrospinale o Merudanda (Danda: bastone; Meru: la montagna asse del mondo della mitologia Indu).
4 Le Vritti utilizzano i nervi efferenti per esprimersi e questi, a loro volta, stimolano gli organi bersaglio (ghiandole, sub-ghiandole, organi interni e muscoli) alla secrezione. Cosi: C. Franceschini in: Biopsicologia tantrica, Ananda Marga pubblicazioni, Verona, 2005.
5 Rispettivamente: pratiche respiratorie dello Yoga e formule acustiche formate da suoni che emettono le varie ghiandole e plessi. Bibliografia: vedi nota 4.
6Anche e soprattutto in questo senso vedi l’efficacia del metodo Breuss. Vedi paragrafo: Il “massaggio Breuss” in particolare.
7 Gli organi pieni Zang sono: fegato, milza, polmone, reni. Gli organi Fu sono: intestino tenue, colecisti, stomaco, intestino crasso, vescica.
8 Tale denominazione fu coniata da Gastone Saint Pierre.
9 Uno dei tre Dosha (costituzioni) ayurvedici (con Pitta e Kapha). È formato da etere ed aria e presiede principalmente alle funzioni nervose. La sua alterazione provoca principalmente: dolori, rigidità, ipertensione, cardiopatie.
10 Tale tessuto è costituito da una matrice extracellulare arricchita da una serie di fibre proteiche (principalmente collagene di tipo II), disposte a zig-zag.
11 La terapia anti – cancro è chiamata da Breuss: “Saft-Kur” (cura con succhi), “Gemüsesaft – Kur”, cura con succhi di verdure, “Krebskur-Total” (cura totale del cancro), “Krebs-Kur (cura del cancro), “Total-Kur” (cura totale). Da: U.Cinquegrana, Prontuario di Medicina Naturale, Edizioni Manna.
12 Le notizie riportate circa le teorie di Rudolf Breuss in relazione al trattamento del cancro (ed altre gravi patologie), sono state inserite esclusivamente al fine di illustrare la figura ed il pensiero di questo naturopata e studioso. Ogni patologia (anche grave) richiede una diagnosi e dei trattamenti adeguati in relazione alla specificità individuale. Ciò, in alcuni casi, anche secondo le terapie proprie della medicina tradizionale.
13 Si rimanda per una lettura integrale a: R. Breuss: Cancro-leucemia. Consigli per la prevenzione e cura delle malattie, Fanny Baccichetti Edizioni.
14 Vedi nota 12.
15 U. Cinquegrana, Prontuario di Medicina Naturale, Edizioni Manna, Napoli, 2001.
16 Karl Rohm di Lorch (Württemberg) editore.
17 Riguardo agli studi sulla rilevabilità a livello dell’iride di colorazioni particolari a seguito dell’assunzioni di sostanze quali: l’arsenico, il piombo, il ferro, l’acido acetilsalicilico, la morfina, la stricnina, lo zolfo, il bromuro e la nicotina, oltre al chinino e allo iodio, va citato il suo pioniere in ambito iridologico, ossia: Nils Liljequist (Svezia, 1851-1936).
Da: M. Lusa; L’Iridologia nel tempo. Storia dell’Iridolgia,Edizioni Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “G.Galilei”, Trento, 2008.
18 Vedi: R. Breuss: Cancro-leucemia. Consigli per la prevenzione e cura delle malattie, Fanny Baccichetti Edizioni.
19 Come tutte le discipline bionaturali, il metodo Dorn non può costituire un sostituto delle terapie mediche ufficiali, della fisioterapia, della chiropratica, o dell’osteopatia. I movimenti imparati non costituiscono da soli una terapia, né consentono di emettere diagnosi. È comunque sempre necessario rivolgersi ad un serio specialista.
20 Sia il metodo Dorn che il massaggio Breuss sono molto praticati nei paesi di lingua tedesca e recentemente anche in Italia se ne stanno apprezzando i vantaggi.
21 In relazione a quanto indicato e altre testimonianze: R. Breuss, Cancro-leucemia. Consigli per la prevenzione e cura delle malattie, Fanny Baccichetti Edizioni.
22 Circa l’utilizzo dell’olio di iperico nel massaggio Breuss vedi: pg. 43 e ss.
23 Nonostante le polemiche che suscitarono e l’insuccesso su base scientifica, la dottrina e gli esperimenti di Mesmer agevolarono lo sviluppo di studi verso fenomeni quali l’ipnosi e il sonno magnetico indotto dal terapeuta.(fonte: wikipedia.org)
24 Si veda a questo proposito il paragrafo: “Il metodo Dorn e il metodo Breuss”.
25 In immagine: il fiore di iperico
26 Così: U. Cinquegrana in: Prontuario di Medicina Naturale, Edizioni Manna, Napoli, 2001.
27 Più comune, consueto e sicuro l’utilizzo per via esterna.
28 Dal testo di Rudolf Breuss: Cancro-leucemia. Consigli per la prevenzione e cura delle malattie, Fanny Baccichetti Edizioni.
29 Si veda: “La colonna vertebrale tra filosofie, tradizioni antiche e simbolismi”.
sico-fisico.