Le combinazioni alimentari
di Stefania Marino
Questa teoria, per la quale si associano i vari gruppi di alimenti, si basa sul concetto di fisiologia del processo digestivo.
In questo processo, l’azione degli enzimi è specifica, e quindi se un enzima è predisposto alla scissione delle proteine della carne, lo stesso non può partecipare a quella delle proteine del formaggio o dell’uovo o del carboidrato in genere.
Ecco che è molto importante favorire, con il tipo di alimento, il pH adatto all’attività del specifico enzima, per esempio arance e pane non sono posti in una combinazione favorevole all’attività dell’enzima predisposto alla prima “digestione del pane” che necessita di un pH neutro, ostacolato, nell’esempio indicato, dall’acidità dell’arancia in bocca.
Un buon funzionamento degli enzimi digestivi, favorito da una corretta associazione dei cibi in base alla loro natura (acida, semiacida, zuccherina o grassa) porta a conclusione una buona digestione, la quale concorrerà nel mantenimento di una temperatura tale da evitare l’insorgenza della condizione di febbre gastrointestinale.
Una temperatura ottimale a livello dell’apparato digerente, sarà ideale non solo per il buon funzionamento degli enzimi ma anche favorevole ai microrganismi che popolano il nostro intestino. Ed il tutto porterà al mantenimento dell’organismo in uno stato di salute.
La strada percorsa dagli igienisti e dai praticanti del salutismo naturale è legata ai concetti di equilibrio termico e di febbre gastrointestinale.
Queste metodiche mirano allo svolgimento di una digestione che avvenga nel modo più rapido ed efficiente possibile.
Grazie all’associazione ragionata degli alimenti assunti con la dieta, è possibile ottenere un processo digestivo ottimizzato al meglio.
Già con Ippocrate, padre della medicina naturale, apparivano i primi cenni in relazione alle compatibilità alimentari, dove riguardo al cattivo regime alimentare egli affermava:
“il cattivo regime consiste nel fatto che si usano cibi molto variati e diversi tra loro che fanno guerra nel corpo, dei quali gli uni sono digeriti mentre gli altri non lo sono affatto.”
Nell’approfondimento seguito si è cercato di illustrare inoltre le possibilità circa le corrette combinazioni alimentari anche a favore di quanti eventualmente seguono una alimentazione onnivora per cercare di rispettare al massimo le scelte individuali e nel contempo indicare a più persone possibili quali siano le strategie migliori per la digestione e la salute.
L’applicazione di questo metodo anche da parte di chi segue una dieta onnivora, può portare di conseguenza alla conoscenza e applicazione del regime trofologico nella maniera più naturale possibile.
Conoscere le combinazioni alimentari nel dettaglio ed i loro effetti dal punto di vista organico, alimento per alimento, può portare quindi ad una maggior chiarezza e consapevolezza riguardo le proprie motivazioni circa una eventuale scelta o esclusione.
Ulteriore intento di questo lavoro è quindi cercare di portare a conoscenza di quanti non praticano il naturoigienismo la fondamentale teoria della compatibilità alimentari nella prospettiva di diffonderla il più possibile.
Alterazione del processo digestivo
Si genera un circolo vizioso a livello intestinale, il calore prodotto provocherà un alterazione dell’attività enzimatica e cambierà il tipo di flora intestinale portando ad uno squilibrio dei processi digestivi, ed all’insorgenza di uno stato infiammatorio intestinale. In conclusione un intestino infiammato “digerisce” in maniera decisamente peggiore.
Temperatura intestinale e flora batterica
Se la temperatura varia dal valore ideale di 37° C, si genera una situazione favorevole alla proliferazione di batteri patogeni, rispetto agli eubiotici, i quali risentendo della variazione di temperatura (rispetto a quella a loro favorevole), “lasceranno il loro posto” ai batteri patogeni.
Temperatura intestinale ed enzimi
Con l’aumento della temperatura, si alterano una serie di equilibri, non solo per quanto riguarda i batteri intestinali, ma anche in relazione agli enzimi digestivi.
Gli enzimi digestivi risentono molto infatti del variare della temperatura, rendendo molto più difficoltoso il processo digestivo. Subiscono questa variazione in particolare le enterochinasi o enzimi del succo enterico, i quali hanno la funzione di attivare altri enzimi digestivi. Se si alterano le enterochinasi, si modificano anche le attività di tutti i restanti enzimi digestivi, rendendo molto più difficoltosa la digestione.
Febbre gastrointestinale e permeabilità intestinale
Il fenomeno della Persozione
A seguito dell’insorgere della febbre gastrointestinale la temperatura sale e la presenza di gas “gonfia” e infiamma il canale digerente, la parete intestinale verrà alterata non risultando più “ben salda” e integra nella sua forma e si formeranno degli spazi tra le cellule.
Con questa conformazione a “maglie larghe”, l’intestino non sarà più in grado di selezionare ciò che può essere assorbito o meno a livello della parete intestinale in quanto qualsiasi tipo di sostanza potrà seguire i “canali” creati dall’interruzione dei legami cellula-cellula.
La fermentazione degli amidi
Un pasto a base di amido, chiede semplicità nella sua assunzione in quanto comporta una importante richiesta di energia da parte del nostro organismo, se dunque aggiungiamo altre categorie di cibi a questo pasto, come ad esempio proteine, zuccheri o acidi, ne conseguiranno “catastrofi intestinali” che andranno a ripercuotersi poi sulla salute dell’intero organismo.
La maggior parte delle persone, che non praticano l’igiene naturale, e che quindi non coltivano per se stessi la forza vitale che è presente in ognuno di noi, ovvero quella “vis medicatrix naturae” che proviene dagli alimenti – elementi naturali, possiedono un capitale energetico ridotto, anche per far fronte alla digestione del più semplice pasto a base di amido. Il tutto peggiora se, a questi pasti, vengono perciò associati cibi di categorie differenti.
La non corretta digestione delle proteine
Il nostro organismo non può portare a termine la digestione di grandi quantità di proteine di vario genere, ingurgitate per di più con associazioni incompatibili.
Le persone che dispongono di una grande riserva energetica, inizialmente possono illudersi, di digerire bene le proteine senza accusare nessun disturbo.
Molto spesso questa energia si affievolisce quando le persone avanzano con l’età, e appaiono i disturbi dovuti alla cattiva digestione di questo principio nutritivo. A prescindere anche dal normale stato energetico delle persone, in circostanze particolari, la presenza di stati emotivi eccessivi (ansia, timori, preoccupazioni), tende a ridurre la riserva energetica, causando mal digestioni proteiche. Anche in caso di febbre o dolori di qualsiasi genere, si tratta di situazioni che si oppongono alla digestione corretta degli alimenti, soprattutto di quelli proteici.
La non corretta digestione delle proteine si può verificare osservando le feci.
La digestione scorretta delle proteine, produce delle feci nauseabonde, talvolta liquide, talvolta dure e talvolta a forma di sassolini.
Volendo procedere verso un percorso che miri al potenziamento digestivo, si consiglia di seguire la tecnica delle combinazioni alimentari per quanto riguarda le varie categorie alimentari che verranno descritte di seguito.
Saranno indicate due vie-consigli, una per chi decide di seguire una dieta trofologica, vegana, vegetariana e latto – ovo – vegetariana, denominata nello schema: dieta trofologica, e l’altra con indicazioni utili anche per chi decide di mantenere un’alimentazione carnea, denominata nello schema: dieta onnivora.
Esempio di incompatibilità alimentare:
COMBINAZIONI INCOMPATIBILI
PROTEINA MAGRA – AMIDI
formaggi magri
yogurt acido
cereali integrali in chicco
riso, orzo, farro, segale, avena, mais, frumento, miglio, quinoa,
grano saraceno, amaranto
ortaggi tuberi
patata, topinambur, batate
formaggi magri
yogurt acido
pesci magri
rombo, tinca, luccio, merluzzo, sogliola
carni magre
pollo, tacchino, coniglio, vitello, cavallo
farina, pasta, riso e cereali raffinati
pane e simili
ortaggi tuberi
patata, topinambur, batate
Proteina magra – amido
La presenza dell’amido assieme alla proteina magra concentrata, influisce negativamente sulla digestione della proteina, specialmente se sono assunti in concentrazioni elevate entrambi.
Se la quantità di amido è più elevata rispetto alla proteina, andrà a rallentare la digestione di quest’ultima, per il semplice fatto che il chimo amidaceo andrà ad assorbire una grande quantità di succo gastrico contenente la pepsina. In questo modo i protidi non attaccati dalla pepsina, prolungheranno la loro digestione nello stomaco, provocando una acidità gastrica importante. Il risultato finale saranno proteine putrefatte con “tanto” di amido fermentato.
Questi composti proseguendo nell’intestino, una volta usciti dallo stomaco, non potranno essere digeriti dagli enzimi dei succhi digestivi, e alla fine arriveranno nelle feci. Il tutto sarà accompagnato da una serie di manifestazioni come gonfiori, acidità di stomaco, reflusso gastro-esofageo, inizio di febbre gastrointestinale e fenomeno di persozione intestinale, con tutta la sintomatologia ad esse legate.
Ecco che l’approccio naturoigienistico delle combinazioni alimentari è un concetto strettamente legato alla condizione gastro intestinale e al correlato squilibrio termico.
Essendo in primis il fattore alimentare concausa del fenomeno della persozione intestinale e della non più corretta funzione digestiva.
La specificità degli enzimi nella loro azione è sottolineata anche da uno dei maggiori naturoigienisti conosciuti, Luigi Costacurta, nel libro la Nuova Dietetica.
“…nel processo digestivo, l’azione dell’enzima è specifica quindi, un enzima che concorre nella scissione delle proteine della carne, non può partecipare alla scissione delle proteine del formaggio o dell’uovo o del carboidrato in genere. Ciò avvalla il concetto delle tavole delle combinazioni degli alimenti..” Costacurta.
Questa variazione dell’alternanza del pH nei vari tratti del canale digestivo: alcalino in bocca, acido nello stomaco, alcalino nel duodeno, favorisce la digestione degli alimenti se assunti, per quanto sottolineato e descritto, in associazioni compatibili.
Venendo alla conoscenza di questa teoria dunque, applicabile sia dagli onnivori, sia dai vegetariani, e da chi segue un percorso igienistico adottando la dieta trofologica, non si può mancare nel gestire le combinazioni anche in relazione al concetto di cibi alcalinizzanti e acidificanti.
Bilanciare la nostra alimentazione con un maggior apporto di cibi alcalinizzanti quali frutta e verdura rispetto agli acidificanti come, in primis, la carne e anche i cereali, aiuterebbe al mantenimento dell’equilibrio acido – base organico.
Intraprendere abitudini molto semplici come l’iniziare ogni pasto a base di vegetali crudi in forma integra o in succo, sarà di grande efficacia per mitigare il fenomeno della leucocitosi digestiva. Anche la medicina si sta avvicinando nell’approccio alcalinizzante dei cibi, in quanto iniziano ad essere pubblicati articoli in merito alle diete alcalinizzanti benefiche per l’organismo, con risultati positivi.
La conoscenza della fisiologia della digestione, in modo semplificato, fondamentale è riflettere sul fatto che non esistono teorie o modelli del tutto perfetti ma essere consapevoli che è l’esperienza del modello che risulta molto importante. Ritenere perciò che un corretto stile di vita che avvicini agli alimenti ed elementi naturali educhi a poco a poco l’organismo umano al mantenimento della salute e fortifichi la resistenza alle malattie, è già un buon traguardo per le persone inconsapevoli del loro stile di vita abitudinario. La comprensione della teoria, pone la persona a saper porsi le giuste domande, inoltre la dettagliata e specifica associazione alimento per alimento, aiuta nel condurre verso una rivitalizzazione dell’apparato digerente e non solo, di chiunque inizi a seguire questo modello.
Una volta appreso il meccanismo, sarà un abitudine naturale, una volta giunti alla conoscenza anche di quali siano i cibi alcalinizzanti e acidificanti, dosare “sulla bilancia” tali cibi, in modo da favorire un corretto equilibrio acido – base organico, molto importante per la nostra salute.
Lo scopo, è di riavvicinare l’uomo alla natura, e di cercare di fare spazio il più possibile a cibi naturali, freschi, e combinati correttamente. Rinvigorire e mantenere quella vis medicatrix naturae che è presente in ognuno di noi, è possibile soltanto seguendo la via della natura. Perché diceva Ippocrate, è la natura che cura. Concludendo con Lezaeta: