I molteplici usi della Gramigna
a cura di Mirko Cattani
In antichità la gramigna comune era chiamata “grano selvatico” (Agropyrum), perché vagamente somigliante alle spighe del grano, ma a causa della sua natura altamente infestante, lo danneggiava strisciando (repens) con il suo rizoma attraverso i campi.
Le proprietà della gramigna erano note sin dalla antichità. Dioscoride la consigliava nelle difficoltà di minzione, Plinio nei calcoli urinari e come potente diuretico.
Informazioni botaniche
La gramigna (Elytrigia repens (L.) o anche Agropyron repens (L.)) è una specie erbacea perenne e latifoglia appartenente alla famiglia delle Poaceae e al genere Elytrigia molto comune nella maggior parte dell’Italia, Europa, Africa ed Asia.
Nota anche come dente canino, per le sue proprietà terapeutiche è conosciuta anche come gramigna dei medici.
Alcuni altri suoi sinonimi sono: Triticum repens, Agropyron repens, Agropyron caesium, Agropyron leersianum, Elymus repens, Triticum glaucum.
I nomi italiani con cui comunemente viene chiamata sono: gramigna comune, gramaccia, gramiccia, dente canino.
La pianta è caratterizzata dai fiori riuniti in spighe, hanno perianzio ridotto a 2, di rado 3, squame, 3 stami, (raramente 1 o più di 3); un unico carpello con 2 stimmi e 1 ovulo. Le spighe sono lunghe tra i 10 e i 30 cm, con spighette lunghe 1-2 cm e larghe 5-7 mm e di circa 3 mm di spessore. Le glume sono 7-12 mm di lunghezza, di solito senza barba o con una breve.
Possiede lunghi e bianchi rizomi che le permettono di crescere rapidamente in tutto il pascolo od orto grazie agli stoloni a filo di terra.
Gli steli crescono di 40-150 cm di altezza, le foglie sono lineari, lunghe tra i 15 e i 40 cm e larghe 3-10 mm alla base, mentre le foglie più alte sugli steli sono tra i 2 e gli 8 mm di larghezza.
Il frutto è un racario con cariosside ellissoide, lunga 5 mm, liscia, non solcata. Sono riuniti in spighette di 5-7 frutti.
Principi attivi e composizione:
L’erba contiene polisaccaridi (triticina, inositolo, mannitolo, mucillagini) e un olio essenziale.
I rizomi striscianti comunemente chiamati stoloni costituiscono la droga di questa pianta e contengono un poliosio derivato del fruttosio, denominato tricitina, che è il responsabile della spiccata azione diuretica della pianta.
Un altro composto, l’agropirene, presente in discreta quantità nella gramigna, esplica una marcata azione antisettica e antinfiammatoria sui reni e le vie urinarie.
Per queste sue proprietà, l’azione terapeutica della gramigna porta beneficio in caso di:
- cistite
- stati infiammatori delle vie urinarie;
- reumatismi,
- artrosi,
- artrite
- iperuricemia.
È inoltre indicata contro la cellulite, gli edemi e l’ipertensione, perché determina, nella maggior parte dei soggetti ipertesi trattati, una diminuzione della pressione sia massima che minima. Come drenante epato-biliare è consigliata nelle cure disintossicanti.
Cosa possiamo fare con la Gramigna
La parte utilizzata (droga) della pianta sono rizomi e radici.
Gramigna in erboristeria
Come accennato, grazie alle proprietà diuretiche e depurative di cui è dotata, la gramigna può essere impiegata in caso di infezioni del tratto urinario e per la prevenzione dei calcoli renali e della vescica. Infatti, in questo modo si sfrutta l’attività dilavante esercitata dalle urine proprio per favorire la risoluzione delle infezioni e prevenire la formazione di calcoli.
Per il trattamento dei suddetti disturbi, la gramigna può essere assunta sotto forma di diverse tipologie di preparazioni per uso interno.
Ad esempio, quando la gramigna è impiegata sotto forma di estratto liquido 1:1, generalmente si consiglia l’assunzione di circa 4-8 ml di prodotto tre volte al giorno.
Quando, invece, la gramigna è utilizzata sotto forma di tintura 1:5, la dose abitualmente consigliata è di circa 5-10 ml di prodotto, da assumersi tre volte al dì.
Infine, quando la gramigna è assunta sotto forma di infuso, si consiglia di preparare la bevanda immergendo 3-5 grammi di droga in una tazza di acqua bollente. Tuttavia, è bene precisare che, di solito, si preferisce evitare l’uso di infusi o decotti per scopi terapeutici, poiché non permettono di stabilire con esattezza la quantità di sostanze attive assunte dal paziente, con conseguente aumento del rischio d’insuccesso terapeutico.
Quando la gramigna viene utilizzata a fini terapeutici, è essenziale utilizzare preparazioni definite e standardizzate in principi attivi, poiché solo così si può conoscere la quantità esatta di sostanze farmacologicamente attive che si stanno assumendo.
Quando si utilizzano preparazioni a base di gramigna, le dosi di prodotto da assumere possono variare in funzione della quantità di sostanze attive contenuta.
Tale quantità, solitamente, è riportata direttamente dall’azienda produttrice sulla confezione o sul foglietto illustrativo dello stesso prodotto, pertanto, è molto importante seguire le indicazioni da essa fornite.
In qualsiasi caso, prima di assumere per fini terapeutici un qualsiasi tipo di preparazione contenente gramigna, è bene rivolgersi preventivamente al proprio medico.
Gramigna nella medicina popolare e in omeopatia
Le proprietà diuretiche e depurative della gramigna sono ben conosciute anche nella medicina popolare, che utilizza la pianta per il trattamento di cistiti e calcoli renali, ma non solo. Infatti, la gramigna trova impieghi nella medicina tradizionale anche per il trattamento di gotta, dolori reumatici e affezioni cutanee; oltre ad essere usata come rimedio lenitivo in caso di tosse, grazie all’azione svolta dalle mucillagini in essa contenute.
La gramigna trova impieghi anche in ambito omeopatico, dove la si può facilmente trovare sotto forma di tintura madre, granuli e gocce orali.
La pianta viene usata dalla medicina omeopatica in caso di infezioni delle vie urinarie, cistiti, disuria e perfino come rimedio contro la gonorrea.
La quantità di rimedio omeopatico da assumere può variare fra un individuo e l’altro, anche in funzione del tipo di disturbo che si deve trattare e del tipo di preparazione e di diluizione omeopatica che si vuole utilizzare.
Le applicazioni della gramigna per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica in talune persone.
Come assumere la Gramigna
Tisana: dentro mezzo litro di acqua bollente, lasciare in infusione due cucchiai di polvere di radice per almeno 10 minuti, filtrare e berne 2 tazze al giorno, lontano dai pasti;
Decotto: bollire 10 min. 5-10 g di droga per tazza di acqua; berne più di 2 tazze al giorno;
Tintura Madre: preparata dai rizomi freschi, tit.alcol.65° XL, gtt 3 volte al giorno.
Curiosità
L’Elytrigia repens è stata utilizzata in fitoterapia già nella Grecia classica.
I cani ammalati sono noti per dissotterrarne e mangiarne le radici e gli erboristi medioevali la usavano per il trattamento delle infiammazioni delle vesciche, della minzione dolorosa e della ritenzione idrica. Viene tuttora impiegata come diuretico in diversi paesi del mondo.
I suoi rizomi essiccati venivano spezzati e utilizzati come incenso durante il medioevo in Nord Europa, dove altri tipi di resine a base di incenso non erano disponibili.
In passato la gramigna veniva utilizzata per ammorbidire i terreni, perché le sue potenti radici riuscivano a frantumare sassi e pietre.
È sempre consigliato l’uso di gramigna in caso di nefriti, squilibri idroelettrolitici od ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Inoltre, l’utilizzo della gramigna è controindicato in pazienti che presentano edema causato da insufficienze cardiache e/o renali.
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