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La dermatite atopica

di Rosi Zanetti

Nel percorso che intendevo proporre, per capire quali sono le cause di una problematica così diffusa come la dermatite atopica, ritengo utile soffermarmi sugli aspetti che la caratterizzano da un punto di vista scientifico, in quanto sicuramente la persona che ne è affetta o i genitori, nel caso di un bambino, si saranno sicuramente confrontati con essi.

Anche l’approccio scientifico parla di cibo, di aspetti genetici e ambientali, ma con significati e importanza diversa rispetto alla naturopatia. Anche dall’aspetto più scientifico è possibile cogliere notizie e studi specifici che aiutano a capire meglio il problema, ma poi sarà importante non soffermarsi ai sintomi, non limitarsi a sopprimerli con medicamenti, farmaci, creme,ecc.., ma sarà importante entrare nel cuore del problema, e lavorare su quello.

La Dermatite Atopica nella storia

Già dalla fine del ‘700 all’inizio dell’’800 alcuni dermatologi come Willan, Bateman e Alibert facevano riferimento nelle loro opere alla dermatite atopica, che chiamavano a quel tempo con nomi diversi (Strophulus confertus, Lichen agrius, Acore mucoso).

Probabilmente la dermatite atopica è sempre esistita, anche Ippocrate nel V libro delle “Epidemie” scrive1

“Ad Atene un uomo era ammalato di prurito diffuso a tutto il corpo, soprattutto ai testicoli e alla fronte;la malattia era molto intensa, la pelle era ispessita dappertutto ed assomigliava alla lebbra ed in nessuna parte si poteva pinzare la cute a causa dello spessore che essa aveva sviluppato. Nessuno seppe dargli sollievo. Si recò allora all’isola di Melo, là dove vi sono i bagni caldi: egli in verità fu guarito dal prurito e dallo spessore della pelle, ma sviluppò l’idropisia e morì.” Dopo Ippocrate abbiamo la testimonianza di Svetonio2 che discorrendo dell’imperatore Augusto riferisce che: “…il suo corpo, si dice, era coperto di callosità che formavano in molte sedi delle placche squamose provocate dal prurito e dalla sua abitudine di grattarsi energicamente con uno strigilo…All’inizio della primavera il vento di mezzogiorno gli provocava il raffreddore da fieno”.

Questi racconti dell’antichità seppur approssimativi nella diagnosi, si avvicinano molto alla sindrome atopica. Negli ultimi secoli alla dermatite atopica sono stati assegnati varie denominazioni: da neurodermatitis coniato dai dermatologi francesi Brocq e Jacquet (secondo i quali il prurito era dovuto ad una componente nervosa), a eczema costituzionale.

Da Ippocrate al XVII secolo la medicina ha dimostrato dei progressi, ma è rimasto sempre nella cultura popolare che l’eczema dei bambini era uno “sfogo” che doveva essere lasciato in pace e che poteva essere pericoloso contrastarlo. Secondo questo pensiero, dopo la nascita i bambini dovevano espellere delle secrezioni che avevano assorbito durante la vita intrauterina, ed era il latte della madre che causava questa malattia infantile e fastidiosa.

E’ sempre stato comunque difficile differenziare la dermatite atopica da altre patologie della pelle, e spesso veniva confusa con la scabbia o la lebbra. La diagnosi non corretta e la mancanza di rimedi efficaci determinavano un peggioramento clinico della dermatite, i medici inoltre erano invitati a non curare la malattia perché il rimedio sarebbe stato peggiore del male.

Caratteristiche ed incidenza nei bambini e negli adulti

La dermatite atopica (DA) è una malattia infiammatoria che si manifesta con lesioni eczematose, pruriginose a decorso acuto e cronico – recidivante, che interessano prevalentemente il volto, le aree peri-retroauricolari3 , e le pieghe flessorie degli arti. E’ costante la secchezza cutanea, che persiste anche nei periodi di remissione dell’infiammazione e del prurito.

La dermatite ha un decorso cronico-recidivante, con momenti di acutizzazioni alternati ad altri silenti. Spesso a questa sintomatologia si associano disturbi extracutanei, come l’allergia alimentare, la rino-congiuntivite allergica e l’asma bronchiale.

Vengono alternate delle fasi acute molto pruriginose, e la cute tende ad una “lichenificazione” cioè ad un ispessimento, ruvidità e discromia. Nella sua manifestazione si distinguono due fasi:

  • Una forma acuta o essudativa: caratterizzata da eritema, edema, vescicolazione ed essudazione; tende ad infezione microbica.
  • Una forma cronica: caratterizzata da zone secche, con cute desquamata, dove spesso vi sono lesioni visibili e frequenti da strofinamento.

In tutte e due le forme vi è una sintomatologia pruriginosa, con intensità maggiore notturna ( ci si gratta la notte e anche durante il sonno).

Il termine dermatite ed eczema, vengono spesso utilizzati come sinonimi, ancora oggi la letteratura inglese utilizza il termine “eczema” (essudazione della pelle), mentre quella americana preferisce “dermatite” (infiammazione della pelle).

Il termine atopia deriva dal greco “atopos”, che letteralmente significa “senza luogo” cioè senza una precisa collocazione. L’atopica4 è una condizione di ipereattività, sia a livello della cute (con la dermatite) sia delle mucose bronchiali, enteriche e congiuntivali (con asma e rinite).

La dermatite atopica può essere associata o meno ad un aumento nella produzione di IgE (dermatite “estrinseca” o allergica, dermatite “intrinseca” o non allergica, si è notato un rapido incremento di quest’ultima negli ultimi decenni). Una parte di persone affette da dermatite atopica, presenta anche asma o rino-congiuntivite allergica e presenta IgE elevate, ma non è un prerequisito per la comparsa dell’eczema. La dermatite atopica solitamente precede l’asma bronchiale, si pensa che la cute lesa, possa favorire l’insorgenza di sensibilizzazioni ad allergeni respiratori.

Solitamente vengono interessati dalla dermatite atopica il 10%-20% dei bambini, con delle variabili legate alla genetica, all’ambiente, all’età, ma soprattutto allo stile di vita (la dieta, lo stress, agenti microbici,ecc..); possono essere coinvolti anche gli adulti con una percentuale che va dall’1% al 3%.

Il bambino atopico è un ipereattivo, sia a livello di cute che di mucosa, che risponde in modo esagerato a degli stimoli esterni, apparentemente normali.

I picchi di incidenza sono in età infantile, ed i fattori per il suo sviluppo sono nell’età prenatale (intrauterina) e perinatale. L’incidenza maggiore si manifesta nell’infanzia con il 60% entro il primo anno di vita e l’85% entro i primi 5 anni. Circa il 60% mostra un miglioramento dei sintomi nell’adolescenza, mentre nei soggetti con sintomi precoci e importanti, abbinati ad asma o rinite allergica, la situazione facilmente persiste nell’età adulta.

Dermatite Atopica nei lattanti con Crosta Lattea

Gli episodi di dermatite atopica possono manifestarsi nel lattante con la crosta lattea, di solito compare dopo il 3° mese di vita, e. guarisce entro il 2° anno di età.

La crosta lattea coinvolge la testa ricoperta dai capelli, e interessa la faccia, il collo e la nuca. Può in seguito coinvolgere anche le mani e i polsi. In alcuni casi può interessare anche tutto il corpo, a volte rimane esclusa la zona del pannolino. Nel periodo dell’allattamento e della primissima infanzia, si manifesta con infiammazione ed un aspetto umido; il lattante è spesso irritabile, piagnucoloso, talvolta insonne, non è ancora in grado di coordinare il movimento di strofinamento.

Quanto insorge la Dermatite atopica?

Nell’infanzia può insorgere fra i 3 e i 7 anni e regredisce verso i 10-12 anni; vengono interessate le parti estensorie delle estremità, la piega del gomito e l’incavo delle ginocchia. Si manifestano delle croste umide ed è facile che queste zone vengano colonizzate da batteri, stafilococchi e streptococchi, con ingrossamento dei linfonodi della regione interessata (ascella, inguine, dietro l’orecchio, sulla nuca). Il prurito si alterna ad alcune fasi più silenti. E’ stato stimato che circa il 60% dei bambini, soffre di disturbi del sonno, può avere turbe comportamentali e ritardi dell’apprendimento.

Nell’adolescenza la dermatite atopica compare tra i 7 e i 21 anni, ed è tipica nei punti dove la pelle si piega: la pelle si ispessisce, diventa secca e causa un forte prurito. Possono aggiungersi anche raffreddore da fieno e asma bronchiale.

Nell’età adulta, si localizza principalmente sulla parte superiore del corpo: testa, collo, decolleté, spalle, parte alta della schiena e mani, a volte si ha distrofia ungueale. La malattia e’ caratterizzata dalla comparsa di chiazze eritemato-vescicolose, pruriginose e spesso essudanti. Nell’adulto può persistere e manifestarsi con un eczema cronico delle mani. Le lesioni tendono ad essere meno essudative, ma più lichenificate5 a seguito del ripetuto strofinamento, con una morfologia più a placche o papule escoriate.

Nei paesi occidentali la dermatite atopica colpisce circa un terzo di soggetti adulti, rispetto al numero totale di individui con dermatite atopica. Non sembra che negli adulti la dermatite atopica influenzi le scelte professionali, ma si associa a cambiamenti di attività, collegate principalmente all’aumentato rischio di dermatite alle mani. Questa malattia cutanea è collegata al sistema nervoso-sensoriale, e la sua causa scatenante spesso, è data da una sollecitazione nervosa a causa di un sovraccarico di lavoro, conflitti con il partner, periodo di stress, ecc..

Una delle caratteristiche principali della dermatite atopica è data dal fatto, che la pelle è più secca e permeabile del normale. Sono indispensabili dei preparati emollienti, che mantengono alla pelle idratata e possono ridurne il prurito.

La dermatite atopica è una tipica malattia del nostro tempo, e si nota una prevalenza del suo sviluppo nelle classi sociali più abbienti.

Eziopatogenesi – fattori genetici e fattori ambientali

La dermatite atopica è di natura multifattoriale, vi è pertanto nel suo studio una continua ricerca dei fattori eziologici che si modificano continuamente.
Lo sviluppo della malattia nasce dall’interazione tra fattori genetici e ambientali. In realtà esistono dei geni che predispongono l’individuo allo sviluppo della malattia. Esiste certamente una componente genetica, che porta alla manifestazione della dermatite atopica, e l’incidenza risulta essere per un 20%-25% nel caso di un bambino con un parente di primo grado affetto dalla malattia. Si può arrivare ad un’incidenza del 50% quando vi sono duo o più parenti affetti. Si può notare una maggiore possibilità di trasmissione, quando è la madre che soffre di atopia rispetto al padre.

Considerato l’aumento avvenuto negli ultimi 40-50 anni, è evidente che i fattori genetici non possono essere i soli a causare l’insorgere della malattia, contribuiscono anche i fattori ambientali, c’è sempre una loro interazione. Particolare importanza assumono le caratteristiche dell’abitazione, l’esposizione precoce agli ambienti infettivi e la dieta, soprattutto in età prenatale.

Per quel che riguarda l’ambiente domestico, l’incidenza riguardo all’isolamento termico, il riscaldamento centralizzato con l’uso di radiatori nell’ambiente che ne modificano l’umidità, e la presenza di tappeti e moquette, sembrano essere di primaria importanza. Anche la presenza di polveri nella casa si è dimostrata rilevante rispetto allo sviluppo della malattia. La sensibilizzazione nei confronti degli allergeni degli acari della polvere domestica, può essere la causa dello scatenamento e lo sviluppo di sintomi respiratori e cutanei.

Gli acari degli ambienti domestici crescono ad una temperatura che si aggira intorno ai 25°C e un’umidità del 75%. Pertanto gli ambienti chiusi, umidi e senza areazione costituiscono l’ambiente ideale per il loro sviluppo.

Si è notata una maggiore probabilità nello sviluppo di dermatite atopica nelle persone che vivono vicino a strade di grande percorrenza, anche se non sono stati ancora ben definiti i ruoli degli agenti inquinanti come diossido di zolfo e protossido di azoto.

Gli effetti negativi del fumo di sigaretta e di altri inquinanti ambientali nella dermatite atopica, sono stati discussi. Sono stati considerati anche i possibili effetti scatenanti del contatto con gli epiteli di animali come cani e gatti, e l’azione irritante della sabbia, erba e terriccio.

Sembra che l’esposizione precoce dei bambini agli ambienti infettivi, in particolare a infezioni virali e batteriche, stimolino la risposta immunitaria dei linfociti T, e li protegga nei confronti della dermatite atopica. In un recente studio si è visto come il rischio di sviluppare una dermatite atopica si riduceva del 50%, nei bambini che manifestavano una prima infezione respiratoria prima dei sei mesi Al contrario una ridotta esposizione agli agenti infettivi nel primo periodo di vita, sembra abbia provocato in questi ultimi anni, un aumento della dermatite atopica: il sistema immunitario è alterato nella sua maturazione, con conseguente reattività allergica. Anche le infezioni parassitarie, sembra abbiano un ruolo di prevenzione verso la manifestazione della malattia.

E’ stato dimostrato che i bambini atopici hanno un ridotto sviluppo della microflora batterica intestinale. Alcuni ceppi di questa microflora giocano un ruolo importante, nella regolazione dello sviluppo di risposte allergiche. L’alterazione della microflora e l’uso di antibiotici, possono favorire lo sviluppo della malattia. I bambini con dermatite atopica presentano meno bifidobatteri, enterococchi, e Bacteroides, e hanno invece numeri più elevati di clostridi, coliformi, e stafilococco aureo. In uno studio è stato visto che la frequenza di dermatite atopica, si riduceva nei bambini a cui venivano somministrati dei probiotici6.

Anche l’aumento di acqua e detergenti per l’igiene personale, aumentato in questi anni nei paesi industrializzati, favorisce un’alterazione della barriera cutanea e lo sviluppo dell’infiammazione.

Le alterazioni della barriera cutanea

La barriera cutanea si trova nello strato corneo della cute, ed è costituita da corneociti uniti da strati di lipidi extracellulari. Essa ha la funzione di regolare le perdite d’acqua e di proteggere dai microrganismi e sostanze estranee esterne. Solitamente la dermatite atopica colpisce le aree (volto e pieghe) dove la cute è più sottile, e la barriera è meno efficace. Le persone affette da dermatite atopica hanno una cute con secchezza, pertanto la barriera è difettosa e carente di acqua, questo facilita l’ingresso di sostanze irritanti e potenzialmente allergeniche. In questa situazione i cheratinociti sono indotti a produrre delle sostanze (dei mediatori-citochine proinfiammatorie7, chemochine, maggiori quantità di fattori di crescita), che cercano di riportare una situazione di normalità, stimolando la produzione cellulare e le sintesi lipidiche, ma nello stesso tempo producono flogosi.

E’ importante ricordare che il funzionamento della barriera cutanea, è peggiorato dagli stress emotivi, probabilmente attraverso un’aumentata produzione di corticosteroidi. Si è notato che la cute delle persone affette da dermatite atopica, è colonizzata abbondantemente da Streptococco aureus, che può peggiorare la situazione.

Il prurito nella dermatite atopica

Il prurito è sempre presente, e spesso è molto fastidioso ed intenso. Ciò che lo scatena varia e può dipendere dalla sudorazione, dalla temperatura, dall’attività fisica, da stress emotivi, da un tocco lieve,…
Nella dermatite atopica si ha un aumento delle fibre nervose che veicolano il prurito. I principali mediatori che scatenano il prurito sono: l’istamina, le citochine proinfiammatorie rilasciate dai linfociti T, le proteasi rilasciate dai cheratinociti.

tizzare la malattia.

Fattori di sensibilizzazione nella dermatite atopica e sistema immunitario

Di solito la dermatite atopica precede lo sviluppo dell’asma e di rinite allergica. All’inizio della malattia predomina l’allergia agli alimenti, soprattutto uova e latte, in seguito si ha lo sviluppo delle IgE specifiche per gli inalanti. Assieme all’asma e alla rinite allergica si ha la sensibilizzazione agli allergeni stagionali, quali pollini, acari , allergeni del cane, del gatto, acari.

In questi ultimi tempi, sono aumentate considerevolmente le allergie alimentari e il numero di persone atopiche. Il sistema immunitario ha la funzione di proteggere da tutte le sostanze estranee, il corpo umano. Nello specifico sono gli anticorpi, chiamati anche immunoglobuline che hanno il compito di neutralizzare i corpi estranei, gli antigeni8 (batteri, tossine,…).

Esistono varie classi principali di immunoglobuline, quelle che hanno il compito di attivare le risposte allergiche immediate sono le immunoglobuline E (IgE). Solitamente il sistema gastrointestinale è dotato di barriere funzionali, che hanno lo scopo di bloccare gli antigeni alimentari. A volte però gli anticorpi IgE innescano le reazioni allergiche producendo dei mediatori chimici come l’istamina, proteoglicani e leucotrieni, che provocano delle reazioni a livello intestinale lasciando passare gli antigeni alimentari nel flusso sanguigno. Nei soggetti suscettibili però viene a mancare proprio lo sviluppo del meccanismo di tolleranza verso le proteine alimentari e le reazioni immunitarie che si scatenano generano quadri clinici che possono interessare la cute (orticaria, eczema), l’apparato respiratorio (asma, rinocongiuntivite), o l’apparato gastroenterico con varie manifestazioni. Le cause che possono portare alle reazioni allergiche sono:

  • gli alimenti che contengono spesso coloranti artificiali, preservanti, stabilizzanti, molte volte queste sostanze sono nascoste nei cibi industriali.
  • alcuni tipi di farmaci
  • l’introduzione troppo precoce nei neonati di alimenti solidi, considerando che queste barriere sono ancora fisiologicamente immature
  • Le sostanze tossiche che si trovano nell’aria e nell’acqua date dall’inquinamento

La Dieta

La dieta e soprattutto l’allattamento al seno sembra siano fondamentali nell’incidenza della dermatite atopica. Si è visto che una dieta precoce e variata, soprattutto di alimenti “allergenici”, come uova, latte vaccino, arachidi, soia, e farinacei può causare un’aumentata incidenza della malattia.

Si è visto che una dieta priva di alimenti allergenici fatta dalla madre durante la gravidanza e l’allattamento al seno, e successivamente nel bambino al momento dello svezzamento riducono la possibilità di sviluppo.

Per quanto riguarda l’allattamento al seno esistono degli studi contrastanti: uno studio del 2001 conclude che l’allattamento al seno nei primi 3 mesi di vita riduce l’incidenza di dermatite atopica dove c’è una storia familiare di atopia, invece l’effetto è trascurabile nei bambini senza una storia familiare della malattia. Permangono tuttavia dei dubbi sull’effetto protettivo dell’allattamento al seno.
Ci sono delle sostanze, che rientrano nella denominazione di integratori, che possono essere aggiunte alla dieta della persona atopica: gli acidi grassi essenziali i probiotici e i prebiotici9.

Gli acidi grassi essenziali comprendono gli omega 6 (acido linoleico) e gli omega 3 (acido linolenico) che sono coinvolti nel mantenimento della funzione della barriera della cute ed un azione antinfiammatoria.
I probiotici sono dei micro-organismi vitali che hanno l’azione di migliorare l’equilibrio intestinale. Favoriscono lo sviluppo di cellule immunitarie e la produzione di IgA, inoltre favoriscono lo sviluppo di una tolleranza immunologica soprattutto nei confronti di allergeni alimentari.
Anche i prebiotici, sostanze non digeribili che attivano la crescita e l’attività di alcuni ceppi batterici della flora intestinale hanno dimostrato efficacia nel trattamento della dermatite atopica.

Patologie che accompagnano la dermatite atopica

Tra le patologie più frequenti che accompagnano la dermatite atopica troviamo le patologie oculari, le patologie otorinolaringoiatriche, le patologie orali, le patologie respiratorie e quelle digestive.

Patologie oculari: tra le patologie oculari più frequenti troviamo la rinocongiuntivite allergica stagionale/perenne che si presenta dopo esposizione agli allergenie e la cheratocongiuntivite atopica associata all’eczema atopico. Quest’ultima è caratterizzata da un processo infiammatorio cronico della congiuntiva associato alla dermatite atopica. Circa dal 25% al 42,5% delle persone affette da dermatite atopica presentano anche un coinvolgimento oculare. I sintomi comuni sono prurito, bruciore, fotofobia, lacrimazione, sensazione di corpo estraneo, spesso si ha un’ipersecrezione filamentosa molto intensa al risveglio che può rendere difficile l’apertura degli occhi al mattino. Si ha nella zona palpebrale e periorbitaria prurito, eritema e flogosi. La situazione può durare nel tempo con sintomi fastidiosi e con possibilità di complicanze cliniche nell’adulto come la cataratta.

Patologie otorinolaringoiatriche: tra queste patologie troviamo la rinopatia vasomotoria specifica o rinite allergica, una disfunzione del sistema immunitario con manifestazione infiammatoria causata dai pollini delle piante, dagli acari della polvere, le muffe, gli epiteli e le forfore degli animali. La rinosinusite, un processo infiammatorio e infettivo a carico del distretto paranasale e delle cavità nasali che ha un’eziologia multifattoriale. L’otite media secretiva è un processo infiammatorio dell’orecchio medio ed il suo sviluppo è legato alla sensibilizzazione allergica. La faringo-tonsillite: numerosi studi hanno dimostrato che l’allergia e lo stato atopico rappresentano dei fattori di rischio per la manifestazione di questa patologia. Queste patologie sono tutte di tipo infiammatorio, hanno un’espressione localizzata e accompagnano spesso la dermatite atopica.

Patologie orali: nella dermatite atopica ci sono anche patologie legate alla mucosa orale, che rappresentano una disfunzione della barriera muco cutanea. Tra queste troviamo le afte, la lingua a carta geografica, le cheiliti e la sindrome orale allergica.

Patologie respiratorie: tra le patologie che accompagnano la dermatite atopica abbiamo l’asma bronchiale, che generalmente si manifesta in un secondo tempo. I bambini con dermatite atopica e asma presentano alcune comuni caratteristiche immunologiche quali un aumento dei livelli di IgE, aumento della produzione di istamina, presenza di linfociti tipo Th2. La propensione a sviluppare asma bronchiale è maggiore nei bambini che presentano una dermatite atopica con maggiore gravità clinica e/o una dermatite persistente nel tempo. Uno dei fattori di rischio più importante per lo sviluppo dell’asma nel bambino è costituito dall’allergia agli acari della polvere (il Dermatophagoides è il più importante nella produzione di allergeni contenuti nella polvere delle abitazioni). Anche l’allergia alimentare sembra influire sulla progressione verso l’asma.

Patologie digestive: la dermatite atopica non è una problematica “solo della pelle”, in quanto può avere anche una componente eziopatogenetica di allergia alimentare. L’allergia alimentare comprende tutte le reazioni avverse ad alimenti scatenate da meccanismi immunologici sia di IgE (con comparsa rapida di sintomi <2ore) che non IgE-mediati (con comparsa tardiva dei sintomi >2 ore). Le manifestazioni cliniche più comuni sono caratterizzate da nausea, dolori addominali, vomito, diarrea, fino ad arrivare a quelle più importanti come lo shock anafilattico.

La dermatite atopica e lo stress

E’ noto come eventi stressanti scatenino manifestazioni di dermatite atopica. Come è noto lo stress attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con la liberazione di cortisolo, adrenalina e noradrenalina. La PNEI ha fatto luce sul collegamento che esiste tra l’evento stressante, il sistema nervoso, il sistema ormonale, quello immunitario e la comparsa della malattia. In situazioni di stress si ha una modificazione del sistema immunitario con aumento di linfociti T che creano infiammazione e prurito. E’ da ricordare che le persone atopiche hanno un’aumentata innervazione.

Possiamo dire che lo stress innesca la dermatite atopica, che a sua volta genera stress, è un circolo vizioso.

I bambini con dermatite atopica spesso presentano insonnia, astenia, facilità al pianto, irrequietezza. Gli adulti che soffrono di questo disturbo sono molto sensibili, introversi, irritabili, aggressivi.

Ectoderma: connessione tra pelle e sistema nervoso

L’ectoderma è un foglietto embrionale dal quale traggono origine sia l’epidermide che il sistema nervoso. Questa origine comune fa sì che esista tra i due sistemi una stretta relazione e che già il feto presenti un’enorme sensibilità alla stimolazione tattile. Già a otto settimane di vita un embrione lungo appena tre centimetri, se stimolato è in grado di rispondere per sfuggire alla fonte della stimolazione. E’ stato dimostrato che il senso più strettamente associato con la pelle, il tatto, è il primo a formarsi, a livello embrionale ed è il primo ponte di collegamento tra il nuovo essere e il mondo esterno.

Secondo i principi dell’embriologia una funzione vitale è tanto più importante quanto più precocemente si sviluppa. Essendo l’organo della pelle e il senso del tatto fra i primi a formarsi nell’embrione possiamo comprendere come, anche dal punto di vista neurofisiologico, la funzione del contatto sia un bisogno primario dell’uomo.

“Cute e sistema nervoso sono due gemelli che si separano prima della nascita e si cercano poi per tutta la vita” .10

Questo stretto grado di parentela spiega le evidenti correlazioni tra patologie cutanee e nervose: lo stress emotivo peggiora sensibilmente le patologie cutanee e allo stesso modo le malattie della pelle possono rappresentare una notevole fonte di stress per l’individuo. Numerose malattie cutanee peggiorano sotto stress, innescando un deleterio circolo vizioso “dermatite – stress – dermatite” che si morde la coda come un serpente, autoalimentandosi.

Se la pelle è il nostro biglietto da visita, ciò che mostriamo agli altri (e a noi stessi quando ci guardiamo e ci specchiamo) come può non influenzare e non essere influenzato dal nostro stato d’animo? E’ la dermatite che peggiora lo stato d’animo o sono i conflitti psichici che peggiorano la pelle? Non ha rilevanza la risposta, quello che conta è considerarle come gemelle e prenderle in cura tutte e due, come i fratelli gemelli che soffrono del dolore del fratello.

La terapia nella dermatite atopica

La terapia nella dermatite atopica ha come obiettivo la gestione e la prevenzione delle riacutizzazioni, delle eventuali complicanze, il miglioramento della qualità della vita delle persone affette e in caso di bambini anche dei genitori.

Nella dermatite atopica si utilizza la terapia topica con lo scopo di ridurre l’infiammazione cutanea e il prurito, ricostruire l’integrità della barriera cutanea e prevenire e curare le infezioni. La terapia sistemica viene invece utilizzata quando quella atopica risulta inefficacie ed è scelta in base alla gravità della situazione. La terapia tiene in considerazione l’età della persona e la gravità della malattia.

Terapia topica

La terapia topica è quella più frequente nella dermatite atopica ed è spesso efficace. I farmaci utilizzati sono i corticosteroidi e gli inibitori della calcineurina. Si utilizzano inoltre delle sostanze emollienti/idratanti che migliorano la secchezza cutanea. Vanno tuttavia considerate le regole di prevenzione nei confronti degli agenti scatenanti/aggravanti.

I corticosteroidi: hanno un meccanismo d’azione ad ampio spettro, ed hanno effetti antinfiammatori, antiproliferativi e immunosoppressivi. I corticosteroidi topici rimangono la pietra miliare della terapia: recenti studi continuano a rassicurare sui loro effetti a lungo termine, specialmente nei bambini più piccoli. Con l’uso topico a bassa potenza si nota spesso una riduzione drastica con apparente scomparsa della dermatite atopica. L’effetto collaterale più frequentemente osservato in terapie prolungate è l’aumento della fragilità cutanea e l’assottigliamento della pelle,. I corticosteroidi più potenti possono indurre a depressione del’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. La terapia con steroidei deve inoltre essere sospesa gradualmente: una sua immediata interruzione può innescare il cosiddetto “effetto rebound” con un peggioramento dell’eczema .

Inibitori della calcineurina: sono dei farmaci antinfiammatori che vengono utilizzati nella dermatite atopica, inibiscono le citochine proinfiammatorie senza interferire con altre cellule, come ad esempio quelle del sistema immunitario come fanno i corticosteroidi. Sono particolarmente utilizzate per le aree più sensibili come il viso, il collo, le pieghe cutanee dei bambini piccoli.

Emollienti/idratanti: vengono usati in combinazione a farmaci nella fase di riacutizzazione o negli intervalli della malattia. La cura della pelle è fondamentale, dato che se diviene secca, è più reattiva e si infiamma facilmente. Le creme idratanti e lipidizzanti hanno un effetto emolliente e lo scopo di riparare il danno della barriera cutanea, per evitare la penetrazione di sostanze irritanti e limitare la secchezza cutanea.

La terapia sistemica

I farmaci che vengono utilizzati nella terapia sistemica sono gli antistaminici, che vengono utilizzati spesso in tutte le fasi della malattia, gli antinfettivi solo in caso di complicanze e gli immunosopressori11 che sono riservati ai casi più gravi. Inoltre altre terapie che vengono utilizzate sono la fototerapia, le cure termali e terapia psicologia.

Gli antistaminici: hanno l’azione di ridurre il prurito; se presi prima di andare a letto possono essere utili nel controllo del prurito del bambino in quanto hanno effetto sedativo pertanto possono facilitarne il sonno Gli antistaminici di nuova generazione sembrano essere dotati di effetti collaterali minimi, privi dell’effetto sedativo e sembra abbiano anche azione antinfiammatoria.

Gli antinfettivi: la presenza maggiore rispetto alla norma dello stafilococco aureo è ritenuta essere un fattore di aggravamento della malattia e la sua riduzione è risultata utile come misura terapeutica e profilattica. Questa riduzione viene regolata sia dai corticosteroidi topici e dagli inibitori della calcineurina ma anche attraverso l’uso degli antisettici e degli antibiotici generali e locali. L’antibioticoterapia viene riservata ai casi più severi come follicoliti, impetigine, ecc…

Gli immunosopressori: vengono utilizzati solo nei casi più severi, stabiliti dopo attente verifiche in quanto questo genere di terapie, soprattutto se applicate su bambini, possono portare a ripercussioni fisiche come la diminuzione o l’arresto della curva di crescita, problemi psicologici come disturbi del sonno, scarso rendimento scolastico, ecc…Tra gli immunosopressori più usati troviamo la Ciclosporina, la Azatiopina, il Mofetil micofenolato.
Corticosteroidi per via sistemica: i corticosteroidi per via sistemica (orale, intramuscolare, endovenosa) sono indicati solo a casi più gravi che non reagiscono alle altre terapie con un’elevata componente infiammatoria e con lesioni estese in oltre il 20% della superficie del corpo. Gli effetti collaterali sono rebound (peggioramento) alla sospensione.

In realtà non esiste una terapia allopatica definitiva e quindi il trattamento si basa solo sulla soppressione dei sintomi: pomate a base di cortisone, antistaminici per via orale per lenire il prurito, antibiotici in caso di superinfezioni batteriche, e nei casi più ostinati cortisone per via orale.

Altri tipi di terapie che vengono utilizzate nella dermatite atopica sono:

La fototerapia: le radiazioni UV (ultraviolette) hanno un effetto benefico sulla pelle atopica, che migliora con l’esposizione solare nella maggior parte dei casi. L’approccio fototerapico alla patologia negli anni si è arricchito di nuovi strumenti, e si avvale di raggi UVB e UVA a banda stretta e larga. I raggi solari sono da sempre un rimedio naturale per la nostra pelle e la fototerapia è in grado di riprodurne gli effetti positivi, riducendone i rischi. Evidenze scientifiche ne confermano l’efficacia e attualmente la ricerca è rivolta all’identificazione di possibili sostanze aggiuntive per potenziare i raggi UV e ridurre la dose cumulativa di esposizione. Sembra che la fototerapia sia un’opzione terapeutica efficace e sicura nei bambini.

Le cure termali: sono costituite dai trattamenti fatti con acque termali (bagni,cure idropiniche, inalazioni, areosol). Vengono utilizzate acque minerali e termali con composizione chimiche, Ph e temperature che hanno proprietà terapeutiche specifiche per le patologie cutanee. La presenza di acque terapeutiche risale ad epoche dell’antichità e si riferiscono all’empirismo di una tradizione termale.

La terapia psicologica: nella dermatite atopica c’è un importante connessione tra soma e psiche. Già nel 1901 i padri della dermatologia Besnier, Brocq e Jacques intuirono delle connessioni di tipo emozionale con la malattia, oggi sappiamo quanta importanza hanno gli aspetti psicosomatici nell’innescare e mantenere la dermatite atopica.
Il lavoro svolto dallo psicanalista francese Didier Anzieu sulla comprensione dei legami tra cute-psiche attraverso la raccolta di riflessioni sui pazienti, denominata “L’io pelle” è una delle opere più importanti in questo senso. Lui ha stabilito una stretta connessione tra la pelle e l’Io. Il bambino ha all’inizio un io-corporeo che possiamo definire un io pelle, che si stabilisce nella relazione con la madre. Attraverso la cura diretta, con il tocco, l’essere ascoltati, tenuti al caldo, nutriti si favorisce l’identità, la continuità, il senso di protezione, di sicurezza.

Diciamo che l’Io-pelle è il contenitore somato-psichico di quello che il bambino ha sperimentato nel contatto con la madre.

La pelle è:

  • Un involucro che contiene ed unifica una barriera protettiva della vita psichica
  • Un filtro di scambi
  • La pelle è un organo che ci separa dagli altri, ci fornisce un’individualità, ma è anche l’organo che favorisce l’appartenenza ad una famiglia, ad un gruppo (tatuaggi, pettinature,..).

In funzione alla gravità della dermatite atopica, viene attivato un diverso approccio terapeutico:

  • Forma molto lieve. Terapia: programmi educativi, emollienti, bagni oleosi. Dieta di eliminazione (nei bambini allergici dei cibi), evitare gli allergeni (rivestimenti, se diagnosticati con test di allergia.
  • Forma lieve transitoria. Terapia: corticosteroidi topici, inibitori topici della calcineurina, antisettici, antistaminici non sedativi.
  • Forma moderata recidivante. Terapia: antistaminici sedativi, UV terapia, counselling psicosomatico, terapia clinica termale.
  • Forma severa persistente. Terapia: ospedalizzazione, immunodepressione sistemica, corticosteroidi orali, azatioprina, ciclosporina A.

Regole, accorgimenti e stili di vita nella dermatite atopica

Ci sono degli accorgimenti da seguire per migliorare o lenire le manifestazioni tipiche della dermatite atopica. In caso di lesioni cutanee è importante lavarsi con detergenti a pH 5,5, sono da evitare saponi schiumogeni e profumati ma è consigliabile utilizzare “saponi non saponi” o il sapone di Marsiglia. Il bagno e la doccia vanno fatti con acqua a 34°-36° C, per non più di 10-15 minuti, con soluzioni oleose detergenti a base di oli minerali.

Alcuni studi hanno dimostrato come il contatto con acque dure possa aggravare la dermatite atopica. E’ importante dopo asciugare senza strofinare, ma solo tamponando. Applicare sempre creme lipidizzanti ed emollienti; ripetete l’applicazione anche più volte al giorno, affinché la pelle sia sempre ben umidificata.

Indossare indumenti di cotone o di lino liscio, purché morbidi, soffici e che facilitino la traspirazione, evitando oltre la lana anche le fibre sintetiche e quelle ruvide.

Evitare il contatto con sostanze chimiche sensibilizzanti, detersivi, prodotti per la pulizia e solventi soprattutto se la dermatite atopica è localizzata sulle mani; i divani e i letti con cuscini di piume sono da preferire agli altri materiali.

Evitare l’uso di tappeti perché ricettacolo di polvere.

Evitare ambienti surriscaldati od esposizione al freddo e brusche variazioni di temperatura. Anche il lavoro fisico eccessivo può aggravare o scatenare una reazione cutanea in quanto il sudore sulla pelle sensibile irrita e favorisce l’insorgere di reazioni anomale.

I cibi irritanti come pomodoro, parmigiano, agrumi possono provocare un’irritazione della zona intorno alla bocca.

I soggiorni ad alta quota eserciterebbero un influsso positivo sulla sintomatologia, (gli acari infatti non sopravvivono oltre i 1200 metri).

Nell’80% dei casi poi periodi al mare giovano ai pazienti sia per la foto esposizione che per la possibilità di fare i bagni; invece l’alta temperatura e l’umidità possono segnare un peggioramento.

Sono da consigliare delle tecniche utili al rilassamento e allo scarico delle tensioni come il training autogeno, il Tai chi, lo Yoga, ecc… perché lo stress può riacutizzare la malattia.

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  1. Ippocrate: dal V Libro delle Epidemie. []
  2. Gaio Svetonio Tranquillo, in latino: Gaius Suetonius Tranquillus; 70 – 126, è stato uno scrittore latino d’età imperiale, fondamentale esponente del genere della biografia (della scrittura in libri o saggi della vita di qualcuno []
  3. Aree peri-retroauricolari: si riferiscono alle zone vicino e posteriori all’orecchio. []
  4. Atopia (agg. Atopico): predisposizione in genere su base ereditaria di alcuni soggetti di sviluppare reazioni immunitarie al contatto con sostanze (allergeni) normalmente innocue per altri individui. http://www.malattieprofessionali.eu/glossario.php []
  5. Lichenificazione: ispessimento patologico della cute, che si manifesta con placche in cui sono particolarmente accentuati i normali solchi e rilievi cutanei. []
  6. I Probiotici: sono definiti come «supplementi alimentari microbici vivi, che influenzano favorevolmente la salute dell’ospite, migliorandone l’equilibrio microbico intestinale». Svolgono insomma funzione diametralmente opposta agli antibiotici. []
  7. Le citochine proinfiammatorie sono mediatori solubili prodotti da cellule del Sistema Immunitario, attivate ai fini della comunicazione intercellulare. Queste proteine fungono anche da messaggeri tra cellule immuni e non in modo da favorire la comparsa di una risposta infiammatoria. []
  8. Antìgene:sostanza che, introdotta nell’organismo, è in grado di indurre la produzione di anticorpi e di reagire con essi. Gli antìgeni sono generalmente sostanze estranee all’organismo (batteri, virus, molecole presenti sui globuli rossi di altri individui, farmaci ecc.). È possibile però che anche costituenti propri dell’organismo funzionino da antìgeni (si parla di autoantigeni), con conseguente produzione di autoanticorpi, meccanismo che sta alla base di molte malattie autoimmuni. Si veda anche allergia []
  9. I prebiotici: Ingrediente alimentare, non digeribile, che ha effetto benefico sul corpo in quanto stimola selettivamente la crescita o l’attività di una o di un limitato numero di specie batteriche utili nel colon. []
  10. Citazione del dott.Cavagna Roberto, laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Dermatologia e Venereologia. www.eurosalus.com []
  11. Gli immunosopressori: farmaci capaci di inibire la risposta del sistema immunitario ad antigeni non-self (cioè antigeni estranei all’organismo). []
2020-07-15T17:31:48+02:00
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